Nell'ultimo secolo la metà delle paludi, delle aree del delta dei fiumi e delle aree umide costiere è
andata perduta. Lo dice un rapporto del gruppo di studio europeo Teeb (The Economics of Ecosystems and Biodiversity) presentato al meeting della convenzione Onu sulla biodiversita' in corso a Hyderabad, in india.
Secondo i dati presentati, questi importanti presidi cruciali nel
mantenimento della biodiversità, preziosi presidi contro inondazioni e tempeste e luoghi importantissimi per la
riproduzione di tantissime specie di uccelli migratori, sono gradualmente state
rimpiazzati da terreni agricoli e urbani a un tasso medio dell'1,6% l'anno. Le foreste di mangrovie nel mondo, ad esempio, dal 1980 hanno perso 3,6 milioni di ettari, corrispondenti al 20% della superficie.
In totale le aree umide attuali coprono
13 milioni di chilometri quadrati, leggermente piu' grande dell'Europa: "E' una cifra allarmante - ha commentato Achim Steiner, direttore esecutivo dell'Unep - le nostre scelte sono sbagliate ormai da molto tempo, e non ci rendiamo conto del valore che ha la natura per le nostre societa' e le nostre economie".