Zaia e gli animalisti riusciranno a farsene una ragione? Ormai sono rimasti solo loro ad opporsi all'idea dell'abbattimento dei cervi del Cansiglio dopo che, anche la Commissione Agricoltura del consiglio regionale, sulla base del parere di Veneto Agricoltura (alla quale Zaia aveva affidato la ricerca di soluzioni, suggerendo quelle non cruente), ha auspicato l'abbattimento controllato dei cervi in eccesso.
Sembra proprio che nonostante le continue prese di posizione filoanimaliste del governatore, gli addetti ai lavori non si sentano di ignorare quella che, faunisticamente parlando, si presenta come una situazione limite, a cui dover subito contrapporre misure efficaci. La Commissione, al termine del sopralluogo effettuato in zona per verificare lo stato di salute della foresta, ha infatti inviato un documento di indirizzo alla Giunta che sminuisce ogni posizione del Governatore, e suggerisce come strumento più idoneo all'eccessiva presenza dei cervi quello della caccia controllata.
"La selezione controllata, ovviamente effettuata rispettando regole chiare, viene ritenuta lo strumento più idoneo per riportare nel Cansiglio la popolazione dei cervi a dimensioni compatibili con l’ambiente e le attività della zona - così si legge nel testo inviato ora all'attenzione dello stesso Zaia e del resto della giunta -".
Il documento continua poi con considerazioni che, a dire la verità, sembravano già ovvie ai più: "altre misure, come l’introduzione del lupo e dell’orso, la sterilizzazione delle femmine o il trasferimento degli animali in altre zone paiono infatti o impercorribili o di difficile applicazione e comunque non sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi che il Piano della Regione dovrà porsi: la conservazione di una delle più interessanti e storiche foreste del paese; la protezione dell’agricoltura; la difesa del turismo; la salvaguardia dello stesso patrimonio animale che una situazione di sovrannumero di capi sicuramente comprometterebbe".
Il documento contiene anche un'accusa indiretta ma abbastanza esplicita verso il Governatore, che già due anni fa ha fermato gli abbattimenti, cosa che probabilmente ha determinato la situazione di oggi. "Unanime l’auspicio - si legge nel documento - che il nuovo piano per il prelievo controllato e la protezione del territorio del Cansiglio, sul quale per incarico del presidente della giunta Luca Zaia sta lavorando Veneto Agricoltura, non rimanga lettera morta, come in gran parte successo con quello precedente, approvato nel 2010 e in scadenza proprio in questi giorni. Ma perché questo avvenga". "sarà necessario evitare gli errori e le contraddizioni del passato: a cominciare dalla sottovalutazione del coinvolgimento delle tre Province, alle quali il piano del 2010 aveva affidatole selezione di 400 capi all’anno nelle rispettive riserve, compito portato a compimento solo dalla provincia friulana e andato a vuoto nelle altre due".
Niente da fare, Zaia oggi è tornato a ribadire il suo secco no, sottolineando la piena liceità della caccia stessa nelle riserve venatorie confinanti. A giudicare da questa ultima affermazione, non è escluso che pian piano il governatore riesca a cambiare idea. Solo un mese fa, del resto dichiarava "non firmerò mai un atto che comporti l’uccisione anche di un solo bambi, ciò avvenga sull’altopiano del Cansiglio o altrove". Almeno ora bambi fuori del Cansiglio può essere ucciso.