Sull'altopiano veronese della Lessinia si contano altri 7 nuovi lupi. Si allarga così a 11 esemplari il piccolo branco formato da una coppia composta da un maschio arrivato due anni fa dalla Slovenia e da una lupa di ceppo italico, che già l'anno scorso aveva messo al mondo due lupacchiotti. Con questa cucciolata si supera così la densità media (da 1 a 3 capi per ogni 100 chilometri quadrati) stabilita dagli esperti. Certo, bisognerà aspettare l'inverno per sapere quanti di loro sopravviveranno e se i due lupi più grandi lasceranno il branco. Ma, visti i malumori già scoppiati tra gli allevatori, ci sarà ben poco da stare allegri se aumenteranno le predazioni.
Il presidente della Regione Luca Zaia, mette in evidenza il lato positivo dell'evento, considerando la cucciolata “un elemento di valorizzazione del Veneto e della montagna veronese”. Poi aggiunge: "comprendo bene i timori di quanti vivono in Lessinia svolgendo attività di allevamento. Proprio per questo, a partire dalle prossime settimane, si organizzeranno incontri con le comunità locali su questo evento, che considero di enorme interesse sotto il profilo del recupero naturalistico".
Gli fa eco l'assessore Stival: “Comprendo bene che una notizia del genere potrebbe non rendere contenti gli operosi abitanti della Lessinia, soprattutto gli allevatori, ma in ogni caso questa nascita va salutata come un evento naturalistico straordinario. Continuano pertanto le attività di monitoraggio e vigilanza, anche per seguire e tenere costantemente sotto controllo le attività del branco. Come Regione sosterremo gli allevatori, come abbiamo sempre fatto e, a dire la verità, dal punto di vista economico ci preoccupano molto più i danni e i rischi per le persone causati dal proliferare dei cinghiali in più parti del Veneto”.
Intanto si registra il commento sarcastico del sindaco di Bosco Chiesanuova, Claudio Melotti, "se sono davvero un valore aggiunto, si può pensare di spostarli tra i vigneti del Prosecco" dice. Critico anche sull'aumento delle risorse destinate dalla regione al ristoro dei danni causati dai carnivori, "l'idea che basti alzare, mantenendo sempre una cifra esigua, il fondo per i risarcimenti denota quanto poco sia stato compreso il problema in Regione. Il nodo proncipale, per gli allevatori non è certo quello di vedere il singolo capo risarcito, ma avere la certezza di lavorare in condizioni sicure". "Nessuno di noi vuole sparare a vista i lupi - dice - ma è necessario spostarli".