Purtroppo in Italia, caso unico al mondo, dobbiamo fare i conti con disastri ambientali causati dalla criminalità organizzata e da una complice indifferenza dello Stato e delle istituzioni locali. Il paese ha realizzato di colpo (anche se le confessioni dei pentiti di Camorra lo avevano denunciato molti anni fa) che in Campania (e non solo) per decenni sono finiti gli scarti chimici di industrie di mezza Italia, sversati in mare o semplicemente sotterrati in vaste aree disseminate tra le province di Napoli e Caserta.
La cosiddetta Terra dei fuochi, questo è il nome dato all'area vastissima (3 milioni di ettari), è chiamata così perchè caratterizzata da continui roghi dei rifiuti, accesi per smaltirli più facilmente. Secondo il pentito Carmine Schiavone, si è sotterrato di tutto: piombo, scorie nucleari e materiale acido. Sostanze finite nelle falde acquifere campane e lungo le coste di mare dal basso Lazio fino ad arrivare a Castelvolturno. Il risultato è che in quest'area il tasso di tumori è cresciuto vertiginosamente negli ultimi anni, causando la morte soprattutto di donne e bambini.
Notizia di questi giorni è che, come si sospettava, l'area del disastro si è rivelata ancora più ampia, coinvolgendo anche zone che dovrebbero essere protette. Nel Parco del Vesuvio da alcuni giorni si stanno dissotterrando quintali di fusti di amianto e altro materiale tossico. 43 i fusti dissotterrati al momento. Nella Cava Montone, durante gli scavi è stata rinvenuta anche un’antica villa romana sottoposta ora ad indagini ed accertamenti che ne andranno a verificare l’effettivo interesse archeologico. Previsti per i prossimi giorni nuovi interventi geomagnetrometri che aiuteranno gli uomini della Forestale ad individuare i terreni più inquinati al fine di effettuare ricerche mirate sugli appezzamenti ritenuti più a rischio.