L'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza e l'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) hanno attuato un progetto che consente il monitoraggio della radioattività ambientale attraverso i cinghiali e più precisamente attraverso l’analisi di carne macellata da cinghiali cacciati in determinati territori della provincia.
Gli effetti delle nubi provenienti dal disastro nucleare di Chernobyl in Ucraina (1986), così come quello recente di Fukushima in Giappone (2011), infatti, continuano ad essere controllati anche attraverso l’analisi, prima dell’immissione sul mercato, di selvaggina, bacche selvatiche, funghi selvatici e pesci carnivori di lago.
Grazie al contributo degli Atc cosentini, squadre di cacciatori abilitate all'abbattimento del selvatico durante la stagione venatoria, oltre alla selvaggina hanno raccolto dati orografici e zoognostici del cinghiale, trasferendoli ai punti d'igiene dell'ASP.
La scelta del monitoraggio è ricaduta sui cinghiali per tre motivazioni fondamentali: innanzitutto la presenza uniforme dell'animale sul territorio di riferimento, ma anche le sue abitudini alimentari e la facilità di reperimento dei campioni da analizzare.