Sulla rivista Current Biology è stato pubblicato uno studio, dell'Università di Adelaide, che suggerisce la
massima cautela nell'utilizzo di droni per monitoraggi e studi sulla fauna selvatica. E' stato infatti appurato che il
livello di stress nei selvatici aumenta al passaggio dei droni. Una squadra dell'università del Minnesota ha monitorato un gruppo di orsi e scoperto che l'intrusione dei droni ne accellerava il battito cardiaco, di fatto modificandone il comportamento.
Lo studio in questione mette in evidenza questi dati, suggerendo un utilizzo prudente degli apparecchi volanti, magari rendondoli mimetici o mantenendo un'altezza di volo di sicurezza. E' indubbio che l'uso dei droni si sia rivelato utile in molte situazioni. Nel 2015 l’US National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha iniziato ad utilizzare i droni per studiare le balene, raccogliendo importanti informazioni circa il loro stato di salute. Altri droni pattugliano costantemente alcune riserve naturali africane prevenendo reati di bracconaggio. Gli impieghi sono tanti. In Islanda, si pensa di utilizzarli perfino per guidare gli spostamenti degli orsi polari che si avvicinano troppo ai centri abitati.