Coldiretti torna a chiedere attenzione dopo le ennesime segnalazioni di stragi di ovini nella zona di Manciano. Ma l’emergenza predatori tocca da vicino anche altre porzioni del territorio maremmano. “C’è la necessità – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – di interventi seri, mirati e definitivi per contrastare una situazione non più tollerabile per la zootecnica. Deve essere trovata una soluzione sostenibile alle difficoltà che i pastori incontrano nel loro lavoro quotidiano che rappresenta un valore aggiunto insostituibile per l’economia, l’ambiente e la cultura”.
La presenza di branchi di lupi e/o predatori sta scoraggiando, da troppo tempo, ormai, in molte aree della Maremma, l’attività di allevamento mettendo a rischio anche il tradizionale allevamento e di conseguenza le possibilità di impiego e di reddito per le imprese. I pastori sono i primi interpreti della valorizzazione del territorio e delle tradizioni culturali che lo caratterizzano ma devono essere tutelati. Con il ritorno dei predatori e/o dei lupi il lavoro dei pastori è però notevolmente cambiato divenendo sempre più complesso e oneroso e stravolgendo le abitudini di una pratica storica.
Negli ultimi anni si è infatti reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle da attacchi di lupi e cani randagi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono stati sufficienti per scongiurare il pericolo. La frequenza degli attacchi da parte dei lupi, non solo in alta montagna, è ormai davvero elevata. “Su questi temi la Regione Toscana - conclude Renna – al di là della piena attuazione del piano lupo che è di livello ministeriale, deve individuare percorsi tesi a tutelare le imprese. Auspichiamo che si possa garantire efficienza ed efficacia nel sistema di accertamento, non solo del risarcimento dei danni, per garantire un completo reintegro della perdita di reddito affinché la convivenza tra l’animale e l’uomo non porti all’abbandono dell’attività di allevamento. Non sarebbero solo gli allevatori a perderci, ma l’intera comunità poiché i pastori attraverso la loro opera conservano e valorizzano la montagna e le sue tradizioni” (Coldiretti).