La notizia è fresca fresca di annuncio in Senato: una nuova infrazione al diritto comunitario in materia ambientale sta per investire di nuovo l'Italia e gli italiani, che forse fino ad ora credevano di vivere in un paese avanzato per lo meno in fatto di qualità dell'aria che respiriamo, se non tra i più virtuosi, per lo meno in regola con norme comuni sul monitoraggio delle emissioni di C02, già abbastanza permissive. E invece no.
Proprio in queste ore il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per le politiche e gli affari europei ha annunciato bellamente in Parlamento tutti gli estremi relativi alla procedura di infrazione n. 2017/0130, concernente il mancato recepimento della direttiva 2015/1480 della Commissione, del 28 agosto 2015, che modifica vari allegati delle direttive 2004/107/CE e 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio recanti le disposizioni relative ai metodi di riferimento, alla convalida dei dati e all'ubicazione dei punti di campionamento per la valutazione della qualità dell'aria ambiente - trasmessa alla 13a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 164).
Per la verità sull'argomento qualità dell'aria sull'Italia gravano anche altre procedure. Una aperta nel 2015 che contesta al nostro paese lo sforamento dei limiti di biossido di azoto(NO2), l'altra datata 2014 per il superamento dei valori limite di PM10. Insomma italiani, nel dubbio, mettetevi le mascherine come i cinesi, almeno in città.