No all'utilizzo di ordinanze contingibili ed urgenti per abbattere i cinghiali nel centro urbano. Lo ha deciso il Tar di Genova accogliendo in parte il ricorso animalista di Oipa e Lega Nazionale per la Difesa del cane. L'ordinanza comunale prevedeva gli interventi sui cinghiali in ambito urbano, a cura del personale preposto alla vigilanza faunistico-venatoria, coadiuvato, qualora possibile, dal personale della polizia Municipale.
Secondo il Tar il Comune avrebbe potuto far fronte alla situazione con strumenti ordinari. “Nell’ordinamento della Regione Liguria – si legge nelle motivazioni del Tar - , infatti, sono previste apposite norme per fare fronte all’emergenza collegata alla presenza della fauna selvatica e, in particolare, dei cinghiali. L’art. 36, comma 4, della legge regionale 1° luglio 1994, n. 29, stabilisce che “gli interventi di controllo della fauna selvatica effettuati in ambito urbano avvengono previa ordinanza prefettizia o sindacale, con la presenza ed il coordinamento di agenti od ausiliari di pubblica sicurezza”.
Stefano Garassino, assessore con delega alla Sicurezza commenta: “la nostra ordinanza non lascia il via libera all’uccisione indiscriminata dei cinghiali, ma prevede solo che si possano abbattere anche in città, nel caso rappresentino un pericolo per i cittadini. Detto questo, se il Tar decide che non si possono mai uccidere, mi viene da pensare che manleva noi amministratori dalla responsabilita' nel caso i cinghiali provochino danni a cose e persone, come è già successo più volte in città".
Ecco il risultato del lavoro animalista, volto, per la cronaca, a salvare la vita ai cinghiali (loro chiedono che siano catturati e rilasciati nei boschi, cosa per altro vietata dalla legge): i cinghiali, indisturbati colonizzano aree sempre più vaste dei centri abitati, mettendo a rischio la vita di automobilisti e pedoni. Gran bel servizio alla collettività questi animalisti, la cui attività, per altro, è finanziata anche dallo Stato.