No dal Ministro Costa alla legge in Trentino che permetterà di abbattere esemplari di orsi e lupi. Le leggi in via di approvazione nelle due province autonome secondo il Ministro sono anticostituzionali. "Io come ministro della Repubblica ho il dovere di intervenire - si è affrettato a dichiarare Costa alla stampa - quelle due leggi violano un principio costituzionale. Il Piano Lupo, che intendo portare prossimamente in Conferenza Stato Regioni escludendo il passaggio tutt'altro che utile sugli abbattimenti selettivi, conterrà le strategie e le azioni giuste per offrire una risposta concreta anche alle richieste dei territori di governare la coesistenza tra uomo e specie animali, tutelando economie e la biodiversità. Ritengo sia un grave errore - sottolinea - per le Province di Trento e Bolzano, volersi dotare di autonomia sulla gestione della fauna, che è patrimonio indisponibile dello Stato, forzando l'equilibrio tra i poteri su temi importanti e molto delicati, che devono prevedere soluzioni scientifiche e tecniche realmente valide e molta ragionevolezza".
A ribattere al Ministro Costa, all'interno dello stesso Governo, è il Sottosegretario alla Salue Maurizio Fugatti, deputato della Lega. "Siamo contrari all'impugnativa della legge di fronte alla Corte costituzionale. Eventualmente, prima di farlo, occorrerebbe almeno capire le ragioni che hanno portato a questa decisione e fare proposte serie per risolvere subito il problema. Sarebbe un'occasione per dimostrare maggior rispetto per la cosiddetta democrazia diretta esercitata in questo caso legittimamente da queste Province autonome con voti ufficiali dei rispettivi Consigli provinciali". "E' una questione di sicurezza - aggiunge poi - e di incolumità delle persone, visto che ci sono già stati casi di aggressione da parte di orsi e avvicinamenti pericolosi a scuole e parchi gioco da parte di lupi. Inoltre, la presenza di questi grandi carnivori sta mettendo a serio rischio l'agricoltura di montagna. Non a caso, tanti allevatori del Trentino Alto Adige stanno gettando la spugna abbandonando la propria attività con tutte le conseguenze negative proprio in termini ambientali di sostenibilità della montagna".