Emergenza ungulati in provincia di Belluno. Aumentano a dismisura cervi, caprioli e cinghiali, crescono gli incidenti stradali causati e i danni provocati all'agricoltura. I censimenti, eseguiti nella primavera scorsa, stimano la presenza di di 9.400 cervi, 13.650 caprioli, 7.150 camosci e 2.250 mufloni. Il raffronto è presto fatto. Pochissimi anni fa, nel 2015 i cervi, ad esempio, erano 7.700 e i mufloni 1.700.
Il dato dei cinghiali manca, visto che non vengono eseguiti censimenti su una specie che soggetta a eradicazione. "Sappiamo che il loro numero è in continua crescita, tanto che se continua così potremmo, tra qualche anno, trovarceli direttamente in giro per Belluno", dicono dal servizio Caccia di palazzo Piloni che monitora la popolazione selvatica. L'aumento di deve alla crescita delle aree boschive determinate dall’abbandono dei territori coltivati.
In aumento anche la popolazione di camosci. Una specie che, però, dal 1995 deve lottare con la rogna sarcoptica. "La malattia era partita proprio da Auronzo per poi raggiungere in questi anni anche la parte meridionale del Parco nei pressi di Sovramonte. E se all’inizio la popolazione di camosci è stata decimata, poi sono comparsi degli individui residenti che, tramite la selezione naturale, stanno predominando. La malattia, quindi, mieterà sempre meno vittime. Per quanto riguarda i mufloni, specie non autoctona, nei prossimi anni dovremo attenderci un calo drastico soprattutto ora che c’è il lupo. Infatti, si è visto che in tutte le zone dove le due specie sono presenti, il lupo ha la meglio".