Poco personale, e poco specializzato, carenza di risorse economiche per la gestione e per progetti di conservazione. Sono queste le principali criticità emerse dal check up sui Parchi nazionali condotto da Wwf. Analizzata la gestione di 23 parchi nazionali, 26 aree marine protette, anche gli ambientalisti, ma solo per chiedere ancora più finanziamenti dallo Stato, ammettono quello che è anche un loro fallimento, visto che alla gestione dei Parchi partecipano in modo diretto, ricoprendo spesso incarichi di responsabilità.
Dall'indagine emerge che solo nel 30% dei casi è stato approvato in via definitiva il Piano per il Parco e che meno del 10% si è dotato di un Regolamento. Ma anche che sia le spese per le attività di monitoraggio che quelle per progetti di conservazione risultano entrambe inferiori al 10% del proprio budget (per la quasi totalità dei Parchi (in 9 parchi addirittura inferiori al 5%). Spesso mancano figure chiave, come biologi, veterinari, agronomi e in 15 dei 23 parchi ancora non sono stati designati Presidenti e direttori.
Il Ministro Sergio Costa, partecipando alla presentazione della ricerca di Wwf, ha promosso di sbloccare gli organici dei Parchi, facendo concorsi, per garantire alcune figure competenti mancanti. “Per tutte le situazioni nelle quali è necessario un controllo ambientale – ha spiegato Costa – chiederò che sia costituita nelle prossime norme la figura degli ispettori ambientali, che oggi in Italia non abbiamo e che è invece necessaria”. “La fiscalità di vantaggio, poi – ha affermato il ministro -, è un altro percorso che mi sta a cuore. Se i parchi ci consentono di mantenerci nel Protocollo di Kyoto e nell’accordo di Parigi perché catturano più CO2, è giusto riconoscere loro un elemento di soddisfazione”.
Riguardo alle nomine Costa ha quindi dichiarato: “La tutela e la conservazione della natura, della fauna e degli habitat nel sistema delle aree protette nazionali sono e saranno centrali nella nostra azione di governo. Per questo intendiamo agire subito, a cominciare dalle nomine, scegliendo i migliori profili a disposizione, attraverso un’ampia selezione di curricula evitando indicazioni di quelle persone che, a volte ‘un po’ troppo politicizzate’, non sono interessate a una vera svolta dei luoghi più importanti per la biodiversità in Italia”.