"La norma sui fanghi da depurazione punta a proteggere i cittadini e bloccare chi fino ad oggi ha sparso veleno nei campi". E' quanto dichiara il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, a seguito delle numerose polemiche su quanto disposto dal decreto Genova, che come sappiamo, ha dato disposizioni sullo smaltimento dei fanghi dei depuratori, alzando da 20 a 1000 mg al kg degli idrocarburi permessi.
Argomenta Costa: "Non parliamo di fanghi industriali, ma di quelli provenienti dalla depurazione di acque reflue derivanti da scarichi civili e da insediamenti produttivi dell’agroalimentare. Questi fanghi sono ricchi di sostanze organiche e vengono usati come ammendanti. È lo stesso concetto del compost che anche a casa possiamo realizzare. Chi mischia i valori dei fanghi con quelli del suolo, dunque, o ignora completamente ciò di cui parla o è in cattiva fede”.
Nell’articolo 41 del decreto “Genova e altre emergenze” sono stati attribuiti specifici parametri agli idrocarburi ed è stato inserito il riferimento a sostanze specifiche come diossine, furani, selenio, berillio, cromo, arsenico e altri microinquinanti pericolosi come toluene e Pcb. Sostanze che servono a “marcare” la qualità del fango, e a capire se la sua provenienza è dubbia".
“Questi parametri servono come riferimento – spiega Costa – perché qualora fossero individuati dai controlli delle agenzie ambientali regionali, le Arpa, dall’Ispra o dalle forze di polizia, permetteranno di scoprire l’esistenza di un inquinamento e individuarne il colpevole. Non è quindi un’autorizzazione ad inquinare ma l’esatto contrario. L’articolo 41 e le successive integrazioni parlamentari servono a bloccare chi fino ad oggi ha sparso veleni nei campi”.
“Al centro della nostra azione di governo – conclude il Ministro – c’è il benessere dell’ambiente e del cittadino. È il nostro - e il mio - faro e mai potremmo perderlo di vista”.