Il ritorno dei grandi carnivori sulle nostre montagne, per il Cai (che è Ente di diritto pubblico oltre che Associazione ambientalista riconosciuta) obbliga necessariamente alla ripresa del dialogo e della concertazione al fine di affrontare anche i problemi connessi alla predazione.
Per giungere a risoluzioni concrete, applicabili e condivise il Cai auspica:
- Il superamento, in sede di Conferenza Stato-Regioni, dei blocchi che impediscono l’adozione di un coerente Piano nazionale di gestione del Lupo, elemento imprescindibile per adottare conseguenti provvedimenti attuativi, anche in deroga.
- Il consolidamento del ruolo di ISPRA come Ente di carattere scientifico coordinatore delle attività di monitoraggio nazionale e ricerca applicata.
- L’adozione da parte delle Regioni di omogenee politiche agricole territoriali coerenti che non marginalizzino le attività di Montagna, con specifica attenzione alla pastorizia.
- Una forte e coerente azione di promozione e sostegno al percorso verso la coesistenza da parte del Sistema delle Aree Protette, in particolare di quelle Aree che assolvano il ruolo di Partner nei progetti comunitari, individuando strumenti di comunicazione, informazione, disseminazione che coinvolgano in maniera paritetica le varie componenti territoriali, non trascurando la pastorizia di Montagna anche ove prevalentemente hobbistica.
- Un abbassamento dei toni della discussione da tutte le Parti interessate invitando in particolar modo la Politica nazionale e locale a non stimolare divisioni sociali che non giovano e non favoriscono la ricerca di soluzioni condivise e praticabili, promuovendo, piuttosto, azioni di coesione sociale e territoriale.
- Una assunzione di responsabilità da parte delle categorie agricole interessate affinché, con una presenza attiva, siano partecipi ai necessari processi decisionali, circoscrivendo e, auspicabilmente, abbandonando modalità di approccio e linguaggio marcatamente divisivi.