Il 9% circa delle specie di api e farfalle è a rischio di estinzione. E' quanto rileva l'Ispra nel proprio rapporto “Piante e insetti impollinatori: un’alleanza per la biodiversità”. Le conseguenze purtroppo peseranno soprattutto sui nostri consumi, dato che praticamente il 90% delle piante hanno bisogno di loro per la produzione di ortaggi e frutta.
Il valore economico del servizio di impollinazione animale è stimato in circa 153 miliardi di euro l’anno a scala mondiale, 22 miliardi a scala europea e 3 miliardi a scala nazionale. La produzione agricola mondiale direttamente associata all'impollinazione rappresenta un valore economico stimato tra 199 e 589 miliardi di euro.
L’attuale declino degli impollinatori dipende da una serie di pressioni ambientali che spesso agiscono in sinergia: distruzione e frammentazione degli habitat, inquinamento ambientale e eccesso di pratiche agricole intensive (uso di pesticidi e distruzione degli elementi di naturalità, come stagni e filari o muretti all’interno delle aziende agricole), cambiamenti climatici, l’arrivo e la diffusione di specie aliene invasive, tra cui patogeni e parassiti, come la vespa velutina, l’ape
resinosa gigante, la formica faraone e la formica argentina, e specie vegetali che alterano gli habitat o risultano tossiche per le specie impollinatrici native.
La Strategia per la Biodiversità 2030 e quella “Farm to Fork”, lanciate nel 2020 dall’Unione Europea, relaziona Ispra, contengono azioni e proposte per raggiungere entro il 2030 una serie di importanti obiettivi mirati alla salvaguardia della biodiversità, impollinatori inclusi, e a garantire l’integrità degli ecosistemi e la sicurezza alimentare. Tra questi, ridurre il consumo di suolo e quindi il degrado degli habitat nei quali gli impollinatori vivono e si nutrono, incrementare la superficie coltivata con metodi sostenibili e rispettosi dell’ambiente e della biodiversità (come l’agricoltura biologica, che dovrebbe raggiungere il 25% dei suoli europei), ridurre del 50% l’utilizzo di pesticidi nell’ambiente e favorire il mantenimento di specie vegetali selvatiche attraverso aree inerbite e incolte sia in ambito agricolo sia urbano e periurbano.