Il 16 ottobre si è tenuta una singolare cerimonia a Roma. Decine di animalisti si sono riuniti per commemorare, con tanto di candele e momenti di profonda contrizione, la morte di una scrofa e dei suoi piccoli che due anni fa vennero abbattuti dalle autorità dopo essere stati chiusi in un parco cittadino dove si erano spinti costituendo un pericolo pubblico. La vicenda aveva avuto una grande eco sui media, arrivando anche alle telecamere di Striscia la Notizia, che aveva portato in evidenza lo scandalo che queste uccisioni siano state eseguite sotto gli occhi increduli dei passanti.
Ad organizzare la cerimonia la Sfattoria degli Ultimi, struttura abusiva alle porte di Roma, a cui non si capisce come e perchè, è stata affidata la gestione di maiali e cinghiali durante la delicata fase della definizione dell'area di contagio della PSA. Questi animali, oggetto di un provvedimento di abbattimento preventivo dell'Asl, sono stati graziati pochi giorni fa, come visto negli scorsi giorni, per effetto di una sentenza del Tar, che ha riconosciuto la sussistenza di deroghe all'abbattimento, in virtù del fatto che il ricovero si prefigge di proteggere animali da affezione, quali sono stati riconosciuti dunque i suini.
La scelta del luogo per la cerimonia (vicino al parco del Pineto, dove sono in programma altre catture) è strategica. Insieme alle associazioni animaliste, la Sfattoria, forte dalla vittoria al Tar appena ottenuta, intende portare avanti la propria battaglia contro gli abbattimenti dei cinghiali romani. Il nuovo piano d'abbattimento infatti prevede la cattura mediante gabbie e conseguente abbattimento.