Per il monitoraggio della lepre, l’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-ambientali della FIdC ha compiuto una prova comparativa fra visore termico e faro in venti zone campione dell’Italia centrale. Fino ad oggi, il metodo più utilizzato per il monitoraggio della lepre è stato il conteggio notturno con faro alogeno condotto da un automezzo, oggi però sono disponibili i visori termici, strumenti molto più sofisticati e costosi che possono trovare un utilizzo ideale in campo faunistico per il conteggio delle specie con abitudini crepuscolari e notturne.
In pratica gli stessi percorsi sono stati attraversati a pochi minuti di distanza da un osservatore con faro e da un altro con il visore per valutare la differenza fra i due strumenti in termini di contattabilità degli animali.
Il test ha mostrato che con il visore termico si riesce a individuare un maggiore numero di animali (+ 35% circa) in gran parte per il fatto che con questo strumento aumenta la distanza a cui la lepre può essere avvistata e riconosciuta (anche a più di 300 m). Ne consegue che l’area monitorata aumenta di circa il 25%. Mediamente la stima di densità aumenta di circa il 12% a favore del visore. Il visore dà inoltre la possibilità di video-registrare gli avvistamenti
"Il faro, tuttavia - argomenta il Dr. Francesco Santilli – Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali Federcaccia - , non va mandato in pensione troppo sbrigativamente, in condizioni di agricoltura intensiva, di pianura, con vegetazione bassa e uniforme, fornisce delle performance comparabili a quella di un visore termico. Inoltre, rimane uno strumento utile quando abbiamo delle incertezze sull’identificazione della specie: la luce del faro può risolvere molti dubbi. Insomma, è uno strumento che conviene sempre portarsi dietro durante le operazioni di censimento notturno".