Gli effetti dell'alluvione del Veneto, come abbiamo visto, sono stati enormemente enfatizzati dall'incuria dell'uomo, che ha cementificato vaste aree preoccupandosi poco delle condizioni idro geologiche del territorio. Tra le cause del cedimento degli argini rientrano anche le tane scavate da grossi animali come le nutrie, presenti in maniera massiccia in questa regione.
Dopo l'esposto di Berlato, Caretta e Filippi nei confronti degli animalisti, colpevoli secondo i rappresentanti di Confavi e Federfauna di aver fermato colpo su colpo l'efficacia dei piani di contenimento della specie, ora è anche la politica regionale a muoversi. Un progetto di legge della Lega Nord propone infatti l'investimento di 250 mila euro da spalmare in tre anni (2011 – 2013) per contenere l'aumento e la diffusione dell'animale. Il progetto prevede un costante monitoraggio da parte delle Province, che dovranno sottoporre alla Giunta regionale i censimenti i piani di abbattimento previsti, avvalendosi dell’ausilio della Polizia Provinciale, di agenti venatori volontari, delle associazioni venatorie, dei proprietari agricoli muniti di licenza di caccia. Si prevede inoltre l’effettuazione di controlli veterinari sulle carcasse e su esemplari vivi, con finalità di prevenzione di ceppi di malattie trasmissibili all’uomo, come la leptospirosi.
“Va ricordato - spiega il capogruppo della Lega Federico Caner, primo firmatario del progetto- che questi animali non appartengono al nostro ecosistema e lo stanno minacciando. La nutria ha una grande capacità di adattamento all’ambiente e un elevato potenziale riproduttivo e pertanto deve essere costantemente controllata negli anni. La sua caratteristica è poi quella di creare dei cunicoli sotterranei che distruggono rive ed argini, creando infiltrazioni ed aumentando il rischio che gli stessi si rompano quando cresce il volume dei fiumi. Ovviamente per combattere le inondazioni serve un piano idrico importante, ma quella del contenimento delle nutrie è un’esigenza che il territorio sente e che non possiamo ignorare”.