E' stimata tra le 2.000 e le 2.500 unit�la popolazioni di cervi nella foresta del Cansiglio, al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. La specie ha conosciuto un'anomala crescita numerica (solo una decina di anni fa si contavano 400 esemplari al massimo), tanto da costituire un serio problema per la tenuta degli equilibri naturali della zona e un problema per l'agricoltura.
Il tema è stato affrontato durante l'Hunting Show di Vicenza in un convegno tecnico alla presenza dell'Assessore regionale Daniele Stival e del suo collega alla provincia di Belluno, Silver De Zolt, improntato su un accordo per il controllo dei cervi firmato dalle due regioni, dalle province di Treviso e Belluno e dal Corpo Forestale dello Stato e ormai inderogabile, visto che in assenza di interventi specifici, è stato detto durante l'incontro, il numero dei cervi è destinato a raddoppiare in un quinquennio, con conseguente ulteriore sottrazione di risorse e foraggio per le attività zootecniche indispensabili al permanere delle attività umane e agricole in Cansiglio, mentre non è esclusa la possibilità di “collasso sanitario” della popolazione di cervidi, come già accaduto in altre situazioni analoghe, che porterebbe alla decimazione “naturale” degli animali e a possibili problemi veterinari per le restanti specie, comprese quelle da reddito.
La Fiera di Vicenza, fa sapere una nota della Regione, ha visto la nascita di un gruppo tecnico da parte delle istituzioni interessate, allargato ad un rappresentante dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, per determinare, coordinare e verificare iniziative di intervento per il contenimento del numero dei capi. Per raggiungere il risultato, saranno rafforzati i piani di prelievo ordinari nelle aree di caccia limitrofe, sia in Veneto sia in Friuli Venezia Giulia. Qualora tali iniziative non si rivelassero sufficienti, sarà possibile attivare interventi di controllo anche all’interno dell’area demaniale, esclusivamente utilizzando personale istituzionale (polizia forestale). Secondo i tecnici, un corretto equilibrio potrebbe essere raggiunto contenendo i cervi attorno alle 1000 – 1.500 unità. “In buona sostanza – ha detto Stival – il nostro obiettivo è dare una mano agli equilibri naturali perchè non vengano compromessi, in una zona dove convivono risorse naturali e attività di coltivazione della foresta, pascolo e zootecnia di pregio, bovina e ovina”.