Da quando è iniziata l'emergenza nucleare in Giappone, l'Ispra monitora costantemente il livello di radioattività in Italia attraverso le Agenzie Regionali per la protezione dell'ambiente. In queste ore l'Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale rende noto di aver rilevato tracce di Iodio 131 sui vegetali a foglia larga e latte in Italia, ma anche che "i valori riscontrati sono nettamente inferiori al livello massimo ammissibile di radioattivita' stabilito dai regolamenti Euratom".
I valori della sostanza individuata variano da 0,06 e 0,79 Bq/kg (il livello massimo ammissibile di radioattività stabilito dai regolamenti Euratom è pari a 2000 Bq/kg). Per quanto riguarda il Cesio 137, i valori sono tra 0,07 Bq/kg e 0,66 Bq/kg e l'Istituto evidenzia che ''al momento non e' possibile correlare direttamente, sulla base di queste misure, tale presenza di Cesio 137 ai rilasci in atmosfera generati all'incidente in Giappone''. Per quanto rigarda il latte, invece, i risultati delle prime misure effettuate dal 30 marzo, hanno evidenziato un valore molto piccolo di concentrazione di Iodio 131 variabili tra 0,40 e 1,20 Bq/l.
''Si consideri - sottolinea l'Ispra - che il livello massimo ammissibile di radioattivita' stabilito dai regolamenti Euratom per lo Iodio 131 nel latte e' pari a 150 Bq/l per gli alimenti per lattanti. Le concentrazioni sono in generale accordo con quelle rilevate in altri paesi Europei''. I valori di concentrazione rilevati con le prime misure nei vegetali a foglia larga e nel latte, conclude, ''sono notevolmente inferiori ai livelli massimi ammissibili stabiliti dai regolamenti Euratom''.
(Asca)