Dal Pnalm solo sterile demagogia. così il coordinamento provinciale di Frosinone della Confavi a commento delle posizioni del Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise dopo il ritrovamento di una carcassa di orso morto alcuni mesi fa. Come già sottolineato dall'Associazione Italiana per la Wilderness, anche la confavi mette spalle al muro l'Ente Parco, accusando gli amministratori di non aver fatto abbastanza per proteggere l'orso marsicano e per impedire che si spostasse fuori dai confini, ove dove si vuole allargare l'area protetta istituendo le cosiddette aree contigue. Come mai , si chiede Confavi, il presidente del parco cerca di propinare l'idea delle aree contigue per limitare la caccia su quei territori, quando già tali limitazioni sono previste nelle aziende faunistico venatorie nell'area esterna al parco? Le risposte per la Confavi si nascondono nella situazione finanziaria del parco, evidenziata dalla Corte dei Conti: l'esorbitante spesa per il costo del personale, dovuta alle massicce assunzioni effettuate in passato, situazione che spingerebbe il parco alla ricerca di nuove entrate.
Il problema non è il bracconaggio, dall'impatto esiguo secondo la Confavi per quanto riguarda l'orso, ma gli impatti sulle strade, le discariche abusive e le irruzioni nelle pertinenze di allevamenti e di abitazioni residenziali. L'associazione invita tutti gli organi provinciali e regionali preposti ad attivarsi per concertare e mettere in atto piani di sostegno economici mirati, "anche attraverso aiuti della UE, che possano garantire e tutelare allevamenti e colture in zone che già risultano essere particolarmente svantaggiate e che facciano pressioni sugli enti parco, affiche esercitino un maggiore controllo sulle popolazione di lupi ed orsi al fine di contenerli quanto più possibile, nelle sole aree protette istituite e già sufficientemente ampie".
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