Lo scorso sabato Slow Food è scesa in 300 piazze in tutta Italia per festeggiare il suo primo quarto di secolo di attività. Un giorno di festa con agricoltori, pastori e produttori utile per riaffermare la salvaguardia del patrimonio enogastronomico italiano e le piccole economie locali. La piccola agricoltura di qualità e la collaborazione tra Slow Food e produttori locali è stato infatti proprio il filo conduttore della giornata, organizzata per promuovere un modello di economia virtuosa capace di realizzare quello che sta ormai diventando un ossimoro: lo sviluppo sostenibile. In molte Condotte questo patto esiste già e si traduce, ad esempio, nei Mercati della Terra e nei gruppi di acquisto organizzati per la spesa settimanale, nella costante attività a fianco dei produttori dei Presìdi Slow Food o con le Comunità del Cibo della rete di Terra Madre.
L'associazione, nata per volere di quello che ormai è considerato un guru del cibo, il torinese Carlo Petrini, ha avuto un successo planetario, che nessuno vent'anni fa poteva immaginare. Con Slow Food in 90 Paesi e Terra Madre che ha ne ha coinvolti 173, le idee della buona tavola e dell'importanza delle produzioni tradizionali sono state esportate in tutto il mondo, ecco perchè la prossima edizione di Terra Madre, nel 2012 a Torino, ospiterà anche il congresso mondiale di Slow Food.
Del resto il cibo e il suo consumo è anche un atto politico. "Quando ci mettiamo a tavola - spiega Petrini a La Repubblica - non mangiamo solo un cibo ma anche la storia delle persone che l'hanno prodotto, pensato, cucinato. Dietro quel piatto c'è il lavoro, ci sono la tradizione e la storia, ci sono scelte che arrivano da lontano, dalle famiglie, dai nostri avi, dagli amministratori pubblici. Dunque, perché no, anche dalla politica".