Da un'occhiata sui conti dell'associazione ambientalista più importante (in termini di iscritti) d'Italia, (Wwf), ci si rende conto immediatamente di come le risorse associative siano parte di un patrimonio che riguarda tutti, derivante anche dalle tasse versate dai cittadini, specie se cacciatori che hanno diritto di sapere dove finiscono i soldi delle concessioni regionali che ogni anno versano allo Stato ai fini della tutela e della salvaguardia della natura.
I dati pubblicati risalgono al 2008 ma rendono bene l'idea di una situazione sicuramente stabile nel tempo. Si apprende così che su un totale di 21 milioni di euro di entrate, ben 6 milioni provengono da Enti (noi che paghiamo le tasse) e solo 3 milioni e 600 mila dalle quote associative. Un altro milione proviene dal 5 per mille e una grossa parte (7 milioni e 400 mila euro) è il frutto di cospicue donazioni e di finanziamenti da aziende.
Ne esce un quadro abbastanza nebuloso, non è dato sapere per esempio quali siano queste aziende ed in quale campo operino e dunque a quale scopo vengano elargiti questi fondi. Risulta abbastanza singolare però che Wwf nell'ultimo anno preso in considerazione (sempre il 2008) abbia diminuito gli investimenti nel settore Oasi e Centri Recupero Fauna e quelli per le campagne sul clima, su cui invece puntano in maniera insistente tutte le grosse organizzazioni internazionali.