Aumentare la produzione di carne bovina per assicurare un adeguato rifornimento della catena alimentare, garantire la sicurezza e ridurre la pressione sull'ambiente. Su questi tre cardini si fonda la riforma della Pac, come emerso in una recente tavola rotonda organizzata da Assocarni e Pfizer Animal Health.
Sulla questione ambientale la filiera zootecnica contesta la diffusione strumentale di dati che tendono a screditare il settore. A questo proposito è stato ricordato come recenti studi compiuti nelle aree italiane dove e' concentrata larga parte della produzione nazionale con il sistema intensivo le emissioni siano inferiori rispetto ai paesi che praticano l'allevamento estensivo.
Per quanto riguarda i pagamenti diretti, la filiera della carne bovina chiede una adeguata fase transitoria, un ampio margine di flessibilità di ogni Stato nell'affrontare questo passaggio e una applicazione graduale del sistema.
''L'Italia oggi è autosufficiente nella produzione di carne bovina per circa il 55%, ma è chiaro - sottolinea il vicepresidente di Assocarni, Luigi Scordamaglia - che se non si blocca il fenomeno di smantellamento la produzione interna diminuirà di molto. L'autosufficienza è magari un concetto che è stato sottovalutato in passato. Essere sufficienti non è qualcosa di antistorico, è semmai un obiettivo per dare al consumatore europeo un prodotto ottenuto secondo standard che solo noi siamo in grado di assicurare
''Per aiutare il settore -conclude- bisogna avere il coraggio di dire che la politica agricola deve sostenere la produzione reintroducendo dei premi che sostengano la vera produzione. Non servono soldi, serve il buonsenso di ridurre costi e oneri inutili. Ci sono migliaia di regole inutili introdotte ogni giorno, adesso bisogna avere il coraggio di smantellare e ridare fiato alla produzione comunitaria''."
(Adnkronos)