Lunedì di pasquetta. Pomeriggio. Le campane della parrocchiale hanno battuto le quattro. Nuvole scure in cielo ma niente pioggia. L'erba alta al ginocchio è ancora umida e bagna i jeans anche oltre il ginocchio. Calma assoluta.
Vado a salutare Cecu (1) che sta in un posto tranquillo ai bordi della "bealera" (2) che scorre veloce e che da sempre è stato buono per le anatre all'aspetto di sera.
Mentre torno indietro nella campagna che a stento riconosco di quando molti anni indietro la frequentavo a caccia, con sorpresa vedo due caprioli a non più di quaranta metri che van di corsa saltellandocome per gioco fra l'erba alta, li seguo curioso fino a che, dopo una ventina di metri, si fermano e mi guardano. Non hanno corso per scappare. In un niente attorno a loro due ne vengon su dall'erba, altri cinque. Eccolo qua il bel gruppo! Sto fermo e li guardo ed anche loro stan fermi e mi guardano.
Mi sembrano addomesticati, abituati a vedere gente. Scatto queste foto e poi per veder la loro reazione mi metto a più riprese a fare la voce dei segugi haù-haù-haù... Fantastica partenza. Il capobranco in testa e dietro in rigorosa fila indiana tutti gli altri; l'ultimo era un po' più piccolo ma ci teneva a non perdere terreno, con le orecchie belle dritte. Mi hanno attraversato davanti a una cinquantina di metri sempre uno davanti all'altro senza scarti, un perfetto trenino dell'allegria.... o forse dello spavento di un improbabile cane che li stesse perseguitando.
Piero Mollo
(1) Grande maestro di caccia dell'allora giovanissimo Piero
(2) Corso d'acqua artificiale utilizzato perlopiù per l'irrigazione dei campi