«C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi di antico», ho pensato leggendo questi racconti di Vincenzo Chianini. Di nuovo perché ogni storia di caccia, nella sua insistita ripetitività, è sempre nuova, e anche perché aleggia in queste pagine un forte presagio dei tempi che verranno, della caccia del futuro. Di antico le pagine di Chianini sono piene. Di questo antico fa parte anche la Maremma. Maremma amata, Maremma sognata, soprattutto ricordata. Non dico certo una novità se affermo che quella terra non esiste più, distrutta dalle bonifiche fasciste, dall’Ente Maremma e dalla scomparsa di quel mondo contadino che la permetteva e la sosteneva. Con tutto il rispetto per Vincenzo Chianini, per Eugenio Niccolini, per Fattori, Cecconi e magari Puccini, non la rimpiango. Non ho mai incontrato personalmente Chianini, eppure, stranamente, lo ricordo: un uomo discreto, grassottello, pizzo e barba alla moschettiera, cacciatora di fustagno e gambali di cuoio sempre, anche nei locali di «Diana», di cui è stato per lunghi anni apprezzato direttore. (Dalla Prefazione di Piero Pieroni).
I cacciatori romantici
Autore: Vincenzo Chianini
Editore: Olimpia