La tradizione venatoria in Europa si celebra quasi solo attraverso le battute dei nobili e i grandi trofei. Solo in Italia la caccia ha avuto da sempre connotati diversi, legati alla diffusione popolare dell’ars venandi, che, in un certo senso, è la prima espressione di quella “arte di arrangiarsi” tipica della gente italica fino al nostro tempo. Così, alla grande caccia si contrappone l’abilità della piccola caccia, possibile perchè snobbata da sempre dai potenti, ma anche più difficile perché, mirando alla piccola avifauna, si richiede osservazione, buona vista, astuzia e pazienza. Dallo sviluppo di mezzi e luoghi appropriati alla cattura, nasce e si tramanda l’arte della caccia e nasce una vera cultura venatoria. Luoghi di pasture, partendo dal ricco patrimonio documentale degli appostamenti fissi ancora attivi nella provincia di Brescia, ci introduce in questa cultura, fatta di osservazioni acute, note di etologia e nozioni sull’alimentazione dei piccoli uccelli, indispensabili per un completo studio dell’ornitologia e delle migrazioni. L’appostamento fisso, ancora prima che una forma di caccia, è un angolo naturale permanente: l’orientamento, la geometria disegnata dalle piante che lo circondano e la scelta delle essenze in base alle esigenze alimentari degli uccelli sono elementi integranti di questo microcosmo e vengono descritti spiegando nel dettaglio la ragione di ogni scelta. Oltre alla ricostruzione storica e culturale della tradizione dell’appostamento fisso, il testo, realizzato a cura dell’assessorato Caccia e pesca della provincia di Brescia, contiene una ricca raccolta dati sull’attività venatoria da appostamento in relazione alle successive modifiche della legislazione avvenute nel secolo scorso.
Luoghi di pasture - La tradizione dell’appostamento fisso di caccia in provincia di Brescia
Editore: Massetti Rodella
Anno di pubblicazione: 2003