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PRIMA LICENZA DI CACCIA, Alice Bianchini "da allora la stessa intensa emozione" mercoledì 15 aprile 2015 | | Nel 2010, allo scoccare dei miei diciotto anni, dopo tante trepidazioni, mi sono ritrovata tra le mani la licenza di caccia; ero entusiasta, incredula ed emozionata, molto emozionata. La mia passione per l’attività venatoria è sempre andata ben oltre il possesso del porto d’armi, perché già fino dall’età di cinque anni seguivo il mio babbo durante le sue battute e ne restavo mi affascinata.
La mia voglia di stare all’aria aperta e nel bosco mi faceva superare anche la stanchezza di una camminata. All’età di cinque anni! Sono cresciuta con la voglia di andare a caccia perché me la sento dentro al cuore, nell’anima, e perché ho avuto un grande maestro: proprio lui, il mio babbo. Ancora prima che arrivasse la licenza di caccia, allo scoccare del mio diciottesimo compleanno, quel 25 febbraio 2010, a casa mia, arrivò una bellissima custodia Benelli, tutta lucidata e perfetta. Ero entusiasta di quel regalo per me enorme; prontamente aprii quella custodia, e alla vista di quel fucile così nuovo mi si riempirono gli occhi di gioia. Era il mio fucile, solo mio, il Benelli 20 Montefeltro.
Ancora oggi a distanza di quattro anni è il mio adorato fucile e porta come me qualche cicatrice dell’impervia macchia mediterranea, e racchiode già molti ricordi. Arrivata la licenza di caccia, ero la ragazza più felice al mondo, (strano a dirsi!) avevo tutto quello che desideravo, bastava solo prepararsi per la nuova stagione. La stagione di caccia arrivò velocissima, io ero talmente emozionata che la sera prima dell’apertura non chiusi occhio e ricontrollavo che il fucile fosse pulito, gli abiti lì pronti per essere indossati, il gilet sistemato con il porto d’armi dentro, gli scarponcini sulla porta e la cartuccera sistemata a dovere con le cartucce in ordine. Sono emozioni che pensavo di vivere solo il mio primo anno, ma invece non è così, ogni apertura è la stessa intensa emozione, anche se più ricca.
Poi, per non farsi mancare niente, è arrivato il mio stupendo setter inglese bianco-nero: Mosè. Aveva tre mesi quando lo portai a casa e da quel giorno l’ho addestrato personalmente. E' cresciuto con me, non solo dal punto di vista venatorio. Un cane bello, serio, ma affettuoso con me e a volte anche molto geloso. Ubbidiente e grande cacciatore.
Il mio primo tiro con il Benelli fu un ricordo indelebile: Mosè in ferma su un bel fagiano maschio dai mille colori, mi accosto al mio ausiliare e a un mio cenno lo alza in volo; il mio cuore batteva così forte che non riuscivo neanche a respirare mentre stavo per imbracciare il fucile. Velocemente mi ricompongo, imbraccio, e bang, il fagiano cade a terra e pronto il mio cane lo abbocca e lo deposita tra le mie mani. Un’esperienza grandiosa sia per me sia per il mio setter Mosè.
Tutt’oggi vado a caccia con il mio Benelli 20 e con Mosè, sono felice e un po’ di esperienza ce la siamo fatta insieme. Io e il mio cane siamo inseparabili, gli voglio un bene dell’anima e per me la caccia al fagiano è bella se so che c’è lui al mio fianco a condividere una bella giornata. Tra poco compirà tre anni. E' diventato grande e fiero. Il nostro è un legame forte, più forte di quello che ci può essere tra esseri umani; basta guardarsi negli occhi per capire cosa vuole l’uno dall’altro, un po’ come un grande amore!
Il primo anno di caccia, siccome dovevo essere accompagnata da qualcuno nelle mie battute, quasi sempre a venire con me era il babbo o mio fratello. Loro due sono stati i miei maestri di caccia. I loro consigli e la loro esperienza per me è stata un gran tesoro da cui attingere tutte le volte che ne avevo bisogno. Continuo ad andare a caccia con loro e ci divertiamo molto, siamo grandi cacciatori che a volte si prendono in giro per le padelle che ogni tanto vengono fatte.
Sono quattro anni che ho la licenza di caccia e dal mio primo giorno è cambiata solo una cosa: mi diverto come una matta, sempre di più! Mi sono fatta esperienze nuove, ma non smetto mai di imparare e le belle avventure non sono mai mancate in questi anni. Amo la caccia, amo gli animali e la natura, l’aria aperta e le belle giornate di novembre, fredde. Amo la caccia al fagiano con Mosè e amo la caccia al cinghiale con i miei ventidue segugi maremmani; questa è la mia vita e la mia grandissima passione. E chissà quante prime licenze ci saranno ancora!!
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