In esclusiva per BigHunter, il nuovo presidente della Federcaccia Gianluca Dall’Olio ha rilasciato la sua prima dichiarazione programmatica. Eccola.
Presidente Dall’Olio, appena eletto, nel suo primo intervento come Presidente di Federcaccia ha parlato di un nuovo modo, più corale, di gestire le cose all’interno dell’associazione. Come pensa di mettere in pratica quest’idea, soprattutto riguardo al rapporto fra centro e periferia?
La nuova gestione di Federcaccia passa per due strade. La prima da percorrere è quella dell'intesa sugli obiettivi con le periferie, la seconda è l'assoluto rispetto degli organi istituzionali che vanno convocati e coinvolti in questa riorganizzazione a livello nazionale.
Il rapporto con i componenti del consiglio nazionale (ossia i presidenti regionali) sarà prioritario sotto tutti gli aspetti; credo sia assolutamente necessario un coinvolgimento più ampio rispetto ai mandati scorsi, in termini di politiche da praticare e scelte da perseguire.
Il rapporto con il territorio passerà dalle Associazioni regionali, è istituzionale. Lo prevede il nostro statuto, che abbiamo modificato di recente. In questo paese la gestione faunistico venatoria e la programmazione viene organizzata dalle regioni, anche le politiche di Federcaccia devono per forza di cose intraprendere questo percorso. E' anche utile, credo.
A proposito di assicurazione, una delle questioni che più sta a cuore ai dirigenti e agli iscritti: avete già individuato un percorso per superare i problemi della passata gestione?
Credo che sarà utile affrontare immediatamente la questione, l'argomento sarà infatti oggetto del primo consiglio nazionale di giugno (entro la fine del mese), per raggiungere una prima verifica sui contenuti del pacchetto esistente e sulle possibilità di migliorarlo a seconda delle diverse realtà venatorie regionali, anche molto diverse; si tratterrà di raggiungere una sintesi.
E rispetto alla modifiche della 157, quali sono gli auspici e l'impegno della nuova gestione di Federcaccia?
L'impegno della nuova gestione sarà assoluto, affinchè le modifiche non restino soltanto un sogno. Bisognerà ora confrontarsi con i prossimi esiti elettorali delle europee e seguire attentamente le scelte del legislatore confrontando quali saranno gli elementi inseriti rispetto a quelli proposti.
Sosterrete ancora la bozza che Federcaccia ha elaborato nei mesi scorsi?
Noi di Federcaccia riteniamo di aver raggiunto una sintesi positiva e che la nostra proposta abbia caratteri di elasticità rispetto ad altre. Non abbiamo certo il diritto di porla come riferimento assoluto e credo al contrario che sia necessario all'interno del mondo politico un confronto tra le parti per non far sì che si scivoli in un conflitto. Le cose sono state certamente più favorevoli all'interno del Senato, ma sarebbe opportuno evitare i mal di pancia anche alla Camera.
Rispetto ai rapporti interassociativi come vi ponete?
Avremo sicuramente un confronto per vedere di condividere scelte comuni su questa seconda parte dell'iter di modifica. I lavori in questo senso riprenderanno comunque dopo gli esiti elettorali, pare che intorno al 10 giugno la cosa si rimetta in moto al Senato.
Su quello che negli ultimi mesi è stato un po' il tormentone rispetto a quello che si è letto qua e là sulle riviste venatorie e sui siti web del settore, ovvero il problema della comunicazione. Avete già previsto qualcosa di concreto?
Credo che sia importante in questo momento trovare sinergie nazionali e regionali che lavorino in questa direzione. Possiamo raggiungere le nostre periferie sulle cose che contano davvero. La comunicazione va strutturata in più iniziative e resa più uniforme. Non c'è ancora un vero collegamento tra la gestione nazionale e le sedi regionali. In questo senso, credo che vada maggiormente strutturato un sistema perchè ci sia uniformità negli intenti e affinchè si sviluppino – ripeto - le sinergie necessarie.
Sempre per quanto riguarda la comunicazione, quali sono i nuovi approcci nei rapporti con l'opinione pubblica?
Il confronto con la società civile richiede un attimo di riflessione, bisogna saper vendere un prodotto e fare in modo che sia acquistato, bisogna saper dare un'immagine positiva della caccia. Non è una cosa che si improvvisa dall'oggi al domani, stiamo parlando di un'inversione di tendenza che va attivata solamente sottolineando quelle attività importanti svolte dal mondo venatorio (arricchimento del patrimonio faunistico, ecc.), cose che purtroppo non sono conosciute abbastanza nemmeno all'interno del nostro mondo. Si tratta di valorizzarle e soprattutto comunicarle all'interno di logiche facilmente fruibili. L'identità della caccia sarebbe molto ben vendibile, basterebbe sollecitare e smuovere la situazione in alcune regioni soprattutto del sud, mentre per altre abbiamo posizioni di riferimento assoluto, come ad esempio nel centro Italia. Comunque ci daremo da fare. L’impegno della Federcaccia sarà totalmente rivolto all’interesse dei federcacciatori e, mi permetto di dire, di tutta la caccia italiana.
Gian Luca Dall'Olio
Presidente nazionale di Federcaccia
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