La pratica venatoria di oggi, così per molte attività umane fortemente basate sulle tradizioni, trova le sue fondamenta in un passato più o meno recente. Documenti e reperti ci aiutano a scoprire come veniva praticata la caccia nelle diverse epoche storiche. Pubblichiamo di seguito un reperto passatoci da Andrea Ceri (vai al profilo in Amici di BigHunter), titolare del Museo Venatorio Itinerante, tratto dall'archivio privato di Aldo Pieri.
Si tratta di una lettera che a detta di Ceri ha un "elevato valore storico – venatorio ma anche sociale". Scritta dal Professor Francesco Caterini, noto scrittore e ornitologo dell’epoca, nonché direttore dell’Osservatorio Ornitologico di Pisa, che invita l'amico Luigi Fucini (figlio del famoso scrittore Renato) ad una cacciata alle lodole in Maremma.
Siamo nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, "la bellezza e la schiettezza della lettera lascia intravedere la passione della caccia, lo spirito toscano, oltre le enormi difficoltà di quei tempi" ci dice Ceri. Ci si spostava prevalentemente in treno per la mancanza del carburante, il pane era razionato e le comunicazioni erano difficoltose.
All'interno dello scritto vengono menzionati i “civettai”, in alta e bassa Maremma questi uomini si radunavano alla stazione e nella piazza del paese, aspettando di essere assoldati dai cacciatori forestieri per poche lire. Il civettaio doveva essere bravo a far volteggiare la civetta, doveva essere un buon fischiatore e i migliori si potevano permettere di chiedere qualche lira in più, spesso facevano anche da portantini, come si evince dal contenuto della lettera.
Ecco la lettera.
Pisa 31.10.1941 XIX
Mio carissimo Luigi
ho letto con molto piacere la tua lettera e sento con grande piacere che aderirai alla proposta “lodolata” in quel di Campiglia Marittima. Ecco il programma che avrei pensato. Arrivo a Campiglia Marittima alle ore 7.36; perciò partenza da Pisa alle 5.35. Per te la migliore sarebbe di venire a pernottare da me a Pisa (e tu sai che in una qualche maniera ti potresti anche arrangiare: ad esempio in una comoda branda nel mio studio, chè di letti in più non ne ho in casa),naturalmen te venendo qui anche la sera avanti a cena (l’importante è che tu ti porti il pane).
Se invece vuoi venire da Empoli la mattina stessa devi fare una levataccia,per partire da lì alle 3.22 arrivando qui alle 4.13 ! Meglio dunque per te venire la sera avanti a Pisa. Va bene che tu mi scrivi che il mercoledì esci di lezione alle 7.30(ma scusa non fate anche voi l’orario unico obbligatorio con le lezioni nella sola mattinata?) ma potresti benissimo fare come tu hai detto di farti portare alla stazione tutto il necessario da te preventivamente e meticolosamente preparato in valigia e sacco alpino e busta del fucile. Ora veniamo al giorno fissato: questo sarebbe giovedì p.v. 6 novembre. Di lodole ne sono passate e ne passeranno molte in questi giorni. Il grano è in gran parte ormai seminato sicchè le lodole si dovrebbero essere fermate e se sarà bel tempo quel giorno se ne dovrebbero trovare moltissime. Verrà anche Paolo, come d’accordo fino a Viareggio. A Campiglia stazione si troveranno i civettai e lì ci metteremo d’accordo se prendiamo uno per ciascuno o uno per due fucili.
Occorre portare il mangiare per il pasto del mattino(o desinare che di si voglia) chè la sera, a caccia finita, si cenerà alla stazione dove si mangia ottimamente(l’ho provato più volte) e si spende pochissimo. Necessario sempre portarsi il pane o la tessera. Al civettaio pure bisogna procurare il companatico (al pane ci pensano loro) e il vino. La sera si ritornerà col treno che parte da Campiglia alle 18.30 (Pisa arr. 20.32 ; Empoli 21.48) ma credo sia opportuno trattenersi di più. Come vedi, non occorre neppure cenare a Campiglia ma si può mangiare a casa al ritorno. E ora scrivimi al più presto e dimmi se decidi o meno di venire, io e Paolo si andrà in ogni modo purchè sia buon tempo; si capisce che se piove non se ne farà di nulla. Avrei molto piacere di averti insieme a me e a noi: il 6 novembre è data giusta(il 7 novembre di due anni or sono 1939 io e Paolo ne uccidemmo 140 a Campiglia ma non è bene andare dopo chè le lodole,nascendo il grano ai campi cominciano a diminuire e se ne vanno giù al sud. Eccoti infine i miei riscontri venatori ultimi, che tu non conosci ancora: 22 ottobre a Migliarino nel pomeriggio (riserva Sbrana Augusto: la starigiana) con Paolo io: 2 lepri, 1 fagiana,1colombaccio 1 merlo; Paolo 1 fagiana. Io spadellai solo 1 lepre, chè ne avrei potute uccidere 3.
23 ottobre mattino in Coltano, solo: 2 merli, 2 tordi, 5 lodole. 26 ottobre riserva Marugri a Montepitti presso Campiglia M. tutta la giornata io: 2 lepri, 5 fagiani; fra tutti (12 fucili) 14 lepri e 18 fagiani. Inoltre io uccisi 5 tordi e 1 merlo. Di grande soddisfazione una coppiola da me fatta a due bellissimi fagiani maschi e una stoccata ad una lepre in gran velocità che le fece fare circa 20 metri di capriole per la forza di inerzia che aveva. Non spadellai nessun animale buono, ma solo qualche tordo. Finalmente il 28 matt. In Campolungo, da solo, 17 lodole. Domani se sarà bel tempo conto di fare una cacciata alle lodole, ma temo purtroppo che il bello di oggi non durerà anche domani. E ora ti lascio. Arrivederci dunque a mercoledì sera chè credo proprio che verrai senz’altro, ma prima scrivimi al più presto che cosa decidi.
Ti abbraccia il tuo affmo Cecco. Guarda di portare almeno 200 cartucce(meglio di più) da lodole. Io nel ’39 quel 7 di nov ne sparai circa 250, uccidendo 110 lodole. Paolo una ottantina per 30 lodole, ma aveva il fucilino a 1 canna! Le cartucce poi le portano a spalla i civettai, sicchè non spaventarti per il loro peso. Porta la rete per metterci dentro le lodole.