Un giro d'affari di 925 miliardi di dollari l'anno. E' potenziale turistico stimato per le zone umide del Pianeta. Ma il turismo può essere al contempo uno strumento di protezione e una minaccia per gli equilibri naturali. Almeno il 35% dei siti sottoposti a protezione gia' ora costituiscono una meta turistica, la maggior parte delle quali localizzata in Europa.
Un turismo incontrollato puo' danneggiare habitat, animali e piante, ma anche avere un impatto negativo sulle comunita' locali, se tagliate fuori dai profitti. Viceversa, secondo l'Organizzazione mondiale del turismo, un turismo responsabile puo' promuovere e dare una mano alle zone umide del Pianeta, ad esempio assicurandosi che i rifiuti non abbiano un impatto sulla natura, limitando l'uso di pesticidi, evitando l'arrivo di specie 'straniere', lottando contro il mercato di souvenir di specie minacciate.Il turismo sostenibile doc ha diversi compiti: proteggere l'ambiente e aiutare a conservare la biodiversità; rispettare le comunità locali, i loro valori e culture; fornire benefici socio-economici a tutti gli operatori, assicurando posti di lavoro fissi e servizi per le popolazioni residenti.
In Italia il fenomeno 'turismo natura' è tra quelli che ha sofferto meno la crisi: secondo l'ultimo rapporto elaborato dall'Osservatorio Ecotur, nel 2010 ha fatturato 10,75 miliardi di euro. Parchi e aree protette catturano il 34% del turismo 'verde', seguiti da montagna (20%), turismo rurale (12%), mare-riserve marine (10%) e 'borghi piu' belli d'Italià (9%). Secondo l'indagine condotta da Fondazione Univerde e Ipr-Marketing, principale motivo di attrazione nella scelta di una meta turistica per gli italiani è principalmente la natura incontaminata e le bellezze paesaggistiche, seguite da cultura e bellezze storico artistiche (57%). Il 58% degli intervistati preferisce la gita in canoa agli acquascooter (27%) e in campagna o montagna solo il 21% preferisce il fuoristrada, mentre oltre il 70% sceglie escursioni a piedi e trekking.
(Ansa)