Aveva suscitato un vespaio di polemiche il progetto del Parco dell'Arcipelago Toscano realizzato insieme all'Ispra (cofinanziato dall'UE) per combattere l'invasione dei ratti sull'Isola di Montecristo al fine di proteggere l'avifauna nidificante.
L'opposizione ferma di alcuni esponenti animalisti (Enpa e Lav), che avevano tra l'altro messo in allarme sul pericolo di avvelenamento per le altre specie (e sfociata addirittura in una interrogazione parlamentare dell'On Animal Friendly del Pdl Fiorella Ceccacci Rubino), ha portato a galla le più evidenti contraddizioni del mondo ambientalista italiano evidenziando il fatto che quando esso si piega alle evidenze tecnico scientifiche non può che convenire nell'esigenza di “eliminare” specie dannose per proteggere gli equilibri faunistici.
Così prima Legambiente, poi la Lipu, hanno preso posizione. “Il progetto di derattizzazione realizzato sull'isola di Montecristo – dichiara una nota della Lipu - è indispensabile per salvare l'importante colonia di berta minore e la natura dell'isola”. Non c'era insomma tempo da perdere. “Al già basso successo riproduttivo della specie a Montecristo – sostiene la Lipu - si è sommata negli ultimi anni l'azione distruttiva del ratto nero, in grado di azzerare il successo riproduttivo della berta minore sull'isola. Un'azione devastante che rischiava, senza un intervento specifico, di portare all'estinzione la popolazione di Montecristo”.
Secondo BirdLife International, (rete internazionale di associazioni per la tutela della natura e degli uccelli selvatici, rappresentata in Italia dalla Lipu) "Le specie alloctone invasive sono la maggiore causa di estinzione degli uccelli selvatici. Le specie alloctone invasive inoltre sono uno dei fattori che minacciano il 44% delle specie incluse nella Lista Rossa nella categoria Critically Endangered (minacciate in modo critico). Inoltre, le specie invasive mettono in pericolo il 67% delle specie di uccelli selvatici che nidificano nelle isole oceaniche".
Lieti che il mondo ambientalista cominci a ragionare. In altre parole, utilitaristicamente, alla faccia della biodiversità, si fa strada l'idea anche per loro che ci possono essere specie animali di serie A e di serie C.