E' ancora tutta da verificare l'ipotesi imbastita dalla Procura di Monza sulla causa del petrolio sversato nel fiume Lambro nel 2010 ma apre la strada ad uno scenario decisamente inquietante. Secondo l'indagine, il disastro ambientale (che ha ucciso svariati uccelli, pesci e molluschi) sarebbe stato procurato volutamente dagli amministratori della Lombarda Petroli per nascondere accise evase per circa 5 milioni di euro sul carburante, il cui volume gestito dall'azienda era maggiore rispetto a quello ufficiale. Il disastro sarebbe stato provocato, sempre secondo l'accusa, per abbassare il livello di olio combustibile ancora presente perché in sostanza si avvicinasse a quello che risultava dalla contabilità ufficiale. L'azienda sarebbe stata chiusa di lì a qualche mese e le vere quantità sarebbero state evidenti.
Secondo il capo di imputazione, si legge su Repubblica.it, i quattro imputati ai quali è contestato il reato, "agendo direttamente o dando incarico a terzi non identificati" avrebbero sostanzialmente fatto fuoriuscire nel piazzale della Lombarda Petroli "almeno 1.600 tonnellate di gasolio e almeno 812 tonnellate di olio combustibile".
"Successivamente, fingendo di coordinare i soccorsi - si legge in un altro passaggio dell'avviso di chiusura indagini - davano ordine agli operai intervenuti di versare l'acqua sugli idrocarburi presenti sul terreno con lo scopo di aumentare i quantitativi del prodotto disperso e far perdere le tracce degli ammanchi (..) così causando la tracimazione del prodotto".