"Gli investimenti nell'agricoltura sono la miglior arma contro la fame e la povertà, e intorno ad essi passa la linea di demarcazione fra la vita e la morte per centinaia di milioni di persone. Se volete prendervi cura dei più poveri e sfortunati, dovete prendervi cura dell'agricoltura". E' quanto dichiarato da Bill Gates, il genio sregolato creatore della Microsoft che a partire dagli anni novanta ha favorito la diffusione capillare dei personal computer, e che grazie a questo è diventato uno degli uomini più ricchi del pianeta. Oggi Bill è un uomo rinnovato. Ha lasciato la Microsoft e si occupa a tempo pieno della fondazione creata con la moglie, attraverso cui ha promesso di restituire alla comunità, attraverso donazioni ai bisognosi, il 95% della sua ricchezza (attualmente ha già donato 28 miliardi di dollari).
Il progetto che ha in mente però è qualcosa di più che semplice beneficienza, “la comunità internazionale degli agricoltori deve essere più innovativa, organizzata, efficiente. Per questo, sei anni fa con Melinda abbiamo deciso di impegnarci non più solo contro le malattie più terribili del pianeta (malaria, tbc, polio) ma anche nell'agricoltura: per portare la nostra esperienza manageriale, ottimizzare gli investimenti, evitare sprechi e dispersioni. È inaccettabile che l'Africa sia costretta ad importare prodotti agricoli quando potrebbe essere un esportatore formidabile".
Si tratta di incentivare gli investimenti sulla ricerca scientifica per la selezione dei migliori sementi in grado di sopravvivere alle più avverse condizioni naturali. Ci vuole tempo e costanza ma secondo Gates questa scelta supera di gran lunga anche l'efficienza dei cosiddetti Ogm. “Un gruppo di agricoltori kenioti – sottolinea - ha creato senza nessuna ingegneria genetica la cassava, una varietà di mais più resistente e redditizia, che ora stiamo aiutando a diffondere in tutta la regione".
“Considerate - ha aggiunto - che se i piccoli agricoltori dell'Asia del Sud e dell'Africa sub-sahariana riusciranno a raddoppiare i loro raccolti, come è tecnicamente possibile, 400 milioni di persone si riscatteranno dalla povertà. È questa la portata della sfida che abbiamo di fronte e che dobbiamo vincere".
(Repubblica.it)