Nei giorni scorsi il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, ha incontrato i rappresentanti degli organi e associazioni scientifiche competenti sulla riforma dei Parchi: Ispra, Società botanica italiana, Società entomolotica, quella di Biogeofrafia e l'Associazione Teriologica. Insieme propongono la costituzione di comitati scientifici unici per più di un parco, senza prevedere alcun compenso per i componenti (salvo rimborsi spese). "Non si può condividere – dicono in relazione ad alcuni emendamenti proposti alla riforma- la scelta di eliminare la rappresentanza scientifica dai consigli direttivi" a vantaggio di rappresentanti territoriali e politici.
Altro punto condiviso dal fronte parchi - scienza è quello di estendere il potere regolamentare dei Parchi alle aree contigue, cosa che permetterebbe di disciplinare lì anche la caccia, prevedendo la possibilità di gestire le popolazioni faunistiche con il parere obbligatorio e vincolante dell'Ispra ed allontanando definitivamente le libere incursioni nelle zone pre parco dei cacciatori e delle loro battute.
La riforma in discussione a quanto pare - lo riferisce un articolo di Repubblica - prevede un sostanziale azzeramento delle competenze del Parco rispetto all'attività venatoria, cosa che la federazione delle aree protette e le associazioni di cui sopra contestano, visto che se da una parte non si prevede il divieto di reintroduzioni di specie faunistiche problematiche, dall'altra si accetta invece la partecipazione del mondo venatorio nella determinazione dei criteri per il controllo della fauna all'interno dei parchi e si lascia la porta aperta ad abbattimenti selettivi anche per specie protette.