"Accogliendo le richieste del Presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia in merito alle indennità destinate alle aziende agrozootecniche della Rete Natura 2000, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Dario Stefano ha disposto l’estensione delle indennità alle aziende presenti nelle Zone di Protezione Speciale, tra cui il Parco, su cui vigono le misure di conservazione emanate dalla Regione Puglia". Lo si legge in un comunicato della regione Puglia di qualche giorno fa, in cui si spiega che è aumentata la dotazione finanziaria del bando, includendo aree non erano state contemplate nella prima stesura.
Il fatto, in un momento di austerità e rigore come questo, è bastato per creare scompiglio in regione. Stiamo parlando nel complessivo di 19,2 milioni di euro, un'enormità rispetto alla somma inizialmente prevista: 6,5 milioni. Soldi che andranno alle imprese agricole e zootecniche che operano nelle aree natura 2000, una sorta di indennizzo per i tanti vincoli imposti alle loro attività.
Un principio sacrosanto per quei contadini e allevatori che si sono trovati magari dall'oggi al domani ad appartenere ad un'area sensibile e quindi inviolabile sotto molti aspetti. Ma le proteste non mancano, visti gli sprechi che in passato si sono visti nella gestione dei parchi e viste le carenze di liquidità in cui versano settori strategici della pubblica amministrazione come la sanità e la scuola. I vertici della Regione avrebbero fatto meglio a specificare se quei fondi, come dovrebbe essere, sono attribuiti proprio a questo scopo dall'Unione europea e spiegare ai cittadini come e se tutto questo può giovare all'intera comunità.