Puntuale ogni anno nei periodi più delicati per le coltivazioni, si ripresenta il problema delle devastanti incursioni dei cinghiali nelle campagne all'interno del parco Nazionale del Pollino. Sulla Gazzetta del Mezzogiorno sono gli agricoltori a manifestare il proprio sdegno per la l'inefficiente sistema dei rimborsi, che ogni anno spinge le aziende agricole sull'orlo del fallimento.
Alcuni coltivatori della zona tra Piano delle Maniche e il Codicino, compresi nei comuni di Senise e quello di Noepoli, testimoniano quanto sia difficile ottenere il ristoro dei danni subiti. “Presentiamo documenti come gli estratti catastali, contratto di proprietà del terreno, tutto in triplice copia – dichiara al quotidiano Leonardo Bigotta, un giovane imprenditore che produce grano, frutta e ortaggi -. Eventuali indennizzi si recepiscono l’anno successivo”.
Il tutto si complica con la nuova normativa, che secondo l'agricoltore penalizza le grandi aziende. Per i danni che superano i 5mila euro, spiega, viene rimborsato il 30 per cento. Se il danno non supera quella cifra, il rimborso è all’80 per cento. “In ogni caso – si legge nel regolamento - l’indennizzo relativo ad una singola ditta non potrà superare 10 mila euro per i danni al patrimonio agro-forestale e zootecnico ad anno”. "I cinghiali distruggono tutto - sottolinea il giovane agricoltore - siamo arrivati allo stremo perché non è la prima volta".
(Gazzetta del Mezzogiorno.it)