In Italia, secondo il rapporto annuale dell'Ispra il 50% delle specie vertebrate (in particolare
pesci d'acqua dolce, anfibi e rettili) sono a forte rischio d'estinzione, così come il 15% delle piante superiori e il 40% di quelle inferiori. La più grave e pressante minaccia è – dice sempre l'Ispra - la
trasformazione e modificazione degli habitat naturali, seguita dall'uso di
pesticidi e inquinamento delle acque (32%) e dagli incendi e taglio dei boschi (17,5%). Tra le cause del deterioramento della biodiversità l'Istituto Nazionale per la Protezione e la Ricerca ambientale annovera anche bracconaggio e pesca illegale (21%).
Tutto questo nonostante il nostro Paese disponga di una rete di Sic e Zps composta da 2.564 siti, per una superficie di oltre 6 milioni 300mila ettari, pari al 21% del territorio nazionale, oltre che di 871 aree protette che occupano una superficie a terra di oltre 3 milioni di ettari (10,5% del territorio nazionale).
Sul fronte della pesca è in corso un progressivo ridimensionamento della flotta peschereccia in termini di numero di battelli (-0,6% rispetto al 2009) e in termini di potenza complessiva (-1,9% rispetto al 2009). Anche il valore di tonnellaggio complessivo della flotta nazionale ha continuato a mostrare una costante flessione annuale (-3,3% rispetto al 2009). Anche lo sforzo di pesca (tonnellaggio per giorni medi di pesca) e' risultato essere in costante diminuzione dal 2005, con un aumento per il solo biennio 2008-2009, e una ripresa della diminuzione 2009 e il 2010, anno in cui si e' attestato su un valore di 25,5.