Durante l'ultima settimana sui giornali si è riaperto il dibattito sulla eradicazione dello scoiattolo grigio in Italia. L'occasione delle nuove polemiche animaliste (che vorrebbero al solito salvare capre e cavoli) è stata il recente finanziamento europeo (programma Life) del piano per la salvaguardia dello scoiattolo rosso (voluto da Ispra e Ministero dell'Ambiente), quasi 2 milioni di euro, per gli interventi che riguarderanno Lombardia, Piemonte e Liguria.
Le azioni saranno diversificate: si parla di vera eradicazione dove il numero degli esemplari è ridotto, come in Lombardia e nei Parchi di Nervi di Genova e di contenimento nelle province di Cuneo e Torino (ovvero nelle zone dove si ha una presenza massiccia), tramite catture con successiva “eutanasia con anidride carbonica, come previsto dalla normativa nazionale ed europea”, spiega Sandro Bertolino, dell'Università di Torino, tra i coordinatori del progetto. C'è chi, tra gli animalisti, mette addirittura in dubbio che la specie sia realmente dannosa per quella autoctona (scoiattolo rosso), dimenticando tra l'altro, che proprio a causa di questo atteggiamento del tutto ideologico - che ha determinato il totale immobilismo da parte delle varie amministrazioni su questo tema - , l'Europa ha aperto una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese. Una dimostrazione esemplare di come l'atteggiamento animalista sia spesso e volentieri causa di grossi danni per il patrimonio faunistico e per l'ambiente.
"L’intervento - precisa Bartolini sul Corriere - è l’unico possibile per salvare lo scoiattolo rosso dall’estinzione in vaste aree d’Europa, poiché la specie americana potrà facilmente colonizzare Francia e Svizzera in poco tempo, oltre ad aree più vaste in Italia. Il Consiglio d’Europa ne è talmente convinto che ha chiesto più volte all’Italia d’intervenire".