Noi lo sapevamo già che saltellare qui e là alla ricerca di fagiani e di starne per i boschi, alzarsi quando fuori è ancora buio e mangiare sana carne di selvaggina facesse bene alla salute, ma ora arriva la conferma scientifica.
Certo la vita del cacciatore moderno confrontata a quelli della tribù degli Hadza della Tanzania, uno degli ultimi popoli nomadi ancora esistenti, che vivono di caccia e di raccolta (come agli albori della civiltà umana), è tutta un'altra cosa. Ma delle analogie potremo certo ritrovarle, soprattutto nelle abitutdini a tavola. Si perché l'antropologo Herman Ponzer, dello Hunter College di New York (riprendiamo la notizia da Repubblica e a parlane è l'autorevolissimo Federico Rampini), avrebbe dimostrato come gli individui di questa tribù invecchino molto meglio di noi e godano di un'ottima forma fisica. Il segreto, pare, sta nel ridurre la quantità di cibo, mangiare poco insomma e sano.
L'esperimento ha fatto emergere un dato sconcertante: gli Hadza, nonostante la fatica fisica costante la vita all'aria aperta per trovare di che sfamarsi, hanno sviluppato la capacità di consumare meno calorie rispetto a noi, con il risultato che nonostante la continua attività il numero di calorie consumato da un Hadza e da un uomo occidentale (che fa una vita sedentaria) è lo stesso.