Il
crollo di una parte del tracciato della Via dell'Amore, lo splendido sentiero tra mare e montagna che costeggia due delle Cinque Terre, tra Menarola e Riomaggiore, è l'ennesima brutta storia di un parco tra i più belli della nostra martoriata nazione, che sembra non riuscire a trovare pace. Prima la vicenda della
sciagurata gestione del presidente dell'area protetta, Franco Bonanini, che – stando alle accuse – sottraeva da tempo fondi europei del Parco a proprio uso e consumo (attualmente con Bonanini sono state rinviate a giudizio altre 15 persone per associazione a delinquere finalizzata a truffa, peculato, corruzione, calunnia, abuso d'ufficio e concussione. La prima udienza ci sarà il 29 settembre 2012).
Poi lo scorso anno il
disastro dell'alluvione, da cui a poco a poco i cinque gioielli della Liguria stavano uscendo con immensi sacrifici e il ricordo indelebile di quei giorni, costati 13 morti e svariati milioni di danni. Due giorni fa una nuova tragedia: alcuni massi di roccia si sono staccati precipitando dritti dritti sulla passeggiata panoramica, colpendo tre turiste australiane, di cui una in modo grave. Ora la passeggiata è chiusa, la magistratura l'ha messa sotto sequestro ed è in corso un'indagine per appurare se ci sono o meno responsabilità rispetto a mancate indagini sulla stabilità del terreno e nella messa in sicurezza.
La colpa dell'improvviso cedimento, è stato detto, è della siccità che ha inaridito eccessivamente il terreno. Ma la responsabilità, oltre a chi poteva vigilare e non l'ha fatto, va allargata anche a chi, all'indomani delle tragedie come quelle dell'alluvione e questa del crollo,
annuncia sistematicamente interventi urgenti per fermare il dissesto idrogeologico, salvo poi non fare null'altro, quando i riflettori si sono spenti. Sceneggiate da dare in pasto all'opinione pubblica secondo Salvatore Settis, che su Repubblica parlando del nuovo annuncio da parte del
Ministro all'Ambiente Corrado Clini su un nuovo Piano contro il dissesto idrogeologico dice: “evidentemente, essendo stato Direttore Generale di quel Ministero per soli dieci anni prima di diventare ministro, non ha avuto il tempo di pensarci prima”.
E' un fatto, che Clini si sia in realtà occupato più di chimere ben poco green friendly com
e l'opera del ponte sullo stretto o l'avvio di una serie di
piattaforme petrolifere nel Mediterraneo, rispetto alle tante emergenze nazionali che riguardano il suo settore e che ci vedono al primo posto in Europa per incuria e disorganizzazione. Secondo Settis si potrebbe iniziare dal rendere subito legge
l'ottimo ddl del Ministro Catania sulla difesa dei territori agricoli, che permetterebbe per lo meno di controllare il rapporto tra i suoli edificati e quelli coperti da vegetazione. Un provvedimento che si dovrebbe “approvare con procedura d'urgenza - dice Settis - invece che immetterlo in una corsia lentissima, in modo che si arrivi alla fine della legislatura senza averlo approvato”.