E' il secondo birdstrike in Italia nel giro di pochi giorni. Un boing 737 della British Airway partito da genova alle 15.40 di lunedì scorso ha dovuto effettuare un
atterraggio d'emergenza per l'impatto con uno stormo di uccelli nel motore dell'aereo che hanno messo fuori uso uno dei propulsori. Fortunatamente anche questa volta tutto è andato per il meglio e senza alcuna conseguenza, se non un forte spavento, per i
126 passeggeri in viaggio per Londra. Il pilota dopo l'impatto ha subito attivato le manovre d'emergenza e fatto ritorno alla pista di atterraggio, dove era già pronta una squadra di vigili del fuoco e alcune ambulanze.
Questa volta a mettere fuori uso l'aereo è stato uno
stormo di gabbiani, che nel genovese, così come in diverse altre zone, sono presenti in maniera massiccia, data la vicina presenza della discarica di Scarpino. Nel 2010 solo a Genova si sono avuti ben
18 i casi di bird strike, nonostante le misure attivate per allontanare gli uccelli attraverso spari a salve e sagome di falchi. Stratagemmi a cui gli uccelli si sono gradualmente abituati e di cui non hanno ormai più alcun timore.
"I bene informati - si legge sul sito Ogginotizie.it - sanno anche che, a Genova come altrove, alcune camionette vengono "lanciate" sulla pista a tutta velocità per spingere i gabbiani ad alzarsi in volo. Una pratica piuttosto pericolosa e comunque non troppo in linea con le misure di sicurezza che ci si aspetterebbe in uno scalo serio".
Il pericolo di birdstrike a Genova è aumentato proporzionalmente all'aumento dei gabbiani, che negli ultimi anni sono cresciuti senza alcun controllo. Per ora il metodo più efficace per allontanare i volatili sulle piste sembra quello di
ricorrere alla falconeria, l'unico stratagemma che ormai è diventato un must per tutti gli aeroporti. E' quanto meno significativo che un problema così importante possa trovare soluzione in una pratica atavica che risale alla notte dei tempi tramatandata dalla cultura venatoria e che fior di studi universitari in tutto il mondo non riescano a soppiantarla.