Il Ministero dell'Agricoltura in questi giorni ha pubblicato le "
Linee guida per la conservazione e la caratterizzazione della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse per l'agricoltura", una novità che fissa i principi per la conservazione delle specie,varietà e razze locali in grado di dare piena attuazione al Piano Nazionale per la Biodiversità.
Nel rapporto viene proposto un approccio innovativo nella
definizione delle strategie di conservazione sinora adottata in Italia, che dovrà basarsi non più solo sullo stato di rischio delle specie, ma anche, e soprattutto, sulla valutazione della loro importanza attuale e futura in vari settori ed ambiti (economico-produttivo, sociale, storico, culturale, ecologico, paesaggistico, etc.), nonché sulle loro specifiche caratteristiche. Le varie specie locali dovranno essere correttamente identificate, partendo innanzitutto da un’accurata ricerca storico-documentale volta a dimostrare il legame con il territorio di provenienza.
"Solo con questo cambio di impostazione - commenta Coldiretti - sembra possibile, da una parte, scongiurarne la scomparsa. Nel rapporto viene dato ampio risalto alla dimensione regionale e locale degli interventi proposti, che devono rientrare nell’ambito di una strategia nazionale di conservazione delle risorse genetiche animali. Al fine di realizzare gli obiettivi di tutela, gli enti regionali e locali si trovano, infatti, nella posizione migliore per
sostenere le comunità locali nella conservazione delle razze autoctone, mediate l’applicazione – in molti casi già in atto – di una governance, che assicuri un giusto equilibrio tra le politiche di sviluppo del settore zootecnico e gli obiettivi in tema di conservazione della biodiversità".