Cresce la percentuale di rifiuto differenziato nel nostro paese.
Nel 2011 sono state trattate quasi 10 milioni di tonnellate, con una percentuale nazionale pari al
35,5%, contro il 33,2 del 2010. Sono alcuni dei dati emersi dal
Rapporto sulla raccolta differenziata, realizzato da Anci e Ancitel, presentato in questi giorni dalla stessa Associazione dei Comuni e dal Conai, Consorzio nazionale imballaggi. In un certo senso questo miglioramento ce lo ha imposto l'Europa: una Direttiva Quadro dell'Ue stabilisce che, entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti simili a quelli domestici debba essere aumentata almeno fino al 50% in termini di peso. A livello territoriale, informa il Rapporto,
è il nord-est ad imporsi per percentuale di raccolta differenziata nel 2011, con il 51,7% sul totale (era 49% nel 2010); al secondo posto si classifica il nordovest con il 45,64% (42,32%), seguito dalle Regioni del centro (28,72% contro il precedente 26%) e, infine, il sud e le isole, con il 22,33% (18,76%).
La Lombardia è in testa alla classifica sulla
quantità dei rifiuti raccolti: 2 milioni di tonnellate l'anno, pari a oltre 222 kg l'anno; a seguire
l' Emilia Romagna (poco più di 1,5 milioni di tonnellate e ben 336,5 kg di raccolta pro capite) e il
Veneto (1 milione, 250 kg). La composizione della raccolta differenziata vede al primo posto, informa il rapporto, la frazione umida (35,5%), seguita dalla carta (26,6%), vetro (11,4%) e multimateriale (10%). Per quanto riguarda la percentuale del riciclo è
il Trentino Alto Adige la Regione più virtuosa con il 74,6% (contro una media nazionale che l'anno scorso è stata del 45,6%); a seguire il Veneto (con il 69,7%), incalzato seppure a distanza dal Piemonte (61,6%). Ultima la Sicilia, con il 15,6%, preceduta dalla Calabria (17,8%) e dalla Puglia (20%).
Nel corso della presentazione del Rapporto è intervenuto, tra gli altri, il sottosegretario all'Ambiente Tullio Fanelli, che ha sottolineato la
mancanza nel nostro Paese di una politica ad hoc nella raccolta differenziata. E invece, ha spiegato, "sarebbe necessaria una strategia che sapesse offrire direzioni di lavoro chiare ai protagonisti del settore, che però deve avere connotati sempre più industriali". Tra l'altro, ha aggiunto, la realtà della differenziata "potrebbe avere anche impatti positivi sotto il profilo della domanda di energia". In ogni caso, ha spiegato Fanelli, il trattamento dei rifiuti "é uno dei pochi settori in cui si scorgono occasioni di sviluppo e, nonostante sia stato trascurato nei decenni scorsi, ora - anche se sotto lo spauracchio delle direttive Ue - può essere utile al Paese".