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Il caso che vi raccontiamo è solo uno dei tantissimi esempi di
incivile degrado ambientale tra i tanti disseminati nei boschi italiani, territori spesso ormai dimenticati e relegati ad un ruolo di contorno alla città, utili solo ad accogliere gli scarti. Chi li vive ancora, li frequenta, li tutela (nonostante le continue ingiuste accuse che subiscono), sono
i cacciatori, categoria che più di ogni altra si organizza anche per la vigilanza e la pulizia delle aree naturali.
E' proprio un cacciatore che sul quotidiano locale Targato Cn ha segnalato la presenza di un
cumulo di rifiuti abbandonati sulle rive del Po, in località Revello, con tanto di foto che testimoniano lo scempio naturale. Come lo scorso anno, la segnalazione era stata rivolta ai giornali e all'attenzione del Comune, sollevando il caso mediatico. Tornato sul posto, in località San Pietro, nello stesso punto in cui già l'anno scorso erano stati annotati depositi a cielo aperto di ogni sorta di rifiuti
, non solo i rifiuti sono ancora lì ma la situazione è addirittura peggiorata. “Quest'anno - scrive alla redazione del quotidiano - come testimoniano le fotografie, c'è stato un indubbio salto di qualità: c'è persino un hardware completo di un Personal Computer e relativo monitor!”.
Il cacciatore, di cui non si fa il nome nell'articolo, sollecita nuovamente “un pronto intervento, da parte delle istituzioni preposte, per porre finalmente un freno a questa piaga vergognosa, tanto più in tempi in cui tutta la cittadinanza è chiamata a porre particolare attenzione alla differenziazione dei rifiuti”. Lanciato di nuovo l'appello, è ora che qualcuno si faccia vivo e risolva la situazione. Per esempio Arpa, Parco del Po, WWF, Guardia Forestale dove sono?