Una 'retata' al Ministero dell'Agricoltura ha portato all'arresto di 11 persone, tra dirigenti, funzionari e imprenditori. L'accusa è gravissima: si sospetta un radicato sistema di corruzione dei dirigenti pubblici, che, secondo il Nucleo di polizia tributaria di Roma, avrebbero favorito alcuni imprenditori nell'assegnazione di contributi statali: in totale qualcosa come 32 milioni di euro.
L'indagine coinvolge in tutto 37 persone, di cui 13 sono dirigenti e funzionari pubblici. Tra gli arrestati Giuseppe Ambrosio, attualmente direttore generale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, capo della segreteria del sottosegretario Franco Braga ed ex capo di gabinetto dei ministri Zaia e Galan.
Ambrosio è accusato anche di avere cooperato alla concessione di contributi pubblici in favore del comune di Maratea e di Todi, rispettivamente per 63.500 e 125mila euro, ricevendo in cambio l'omessa vigilanza edilizia su alcune opere realizzate abusivamente nelle ville di proprietà. Ville per la cui realizzazione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il funzionario ha impiegato risorse per circa 1,27 milioni di euro "non coerenti con il proprio reddito familiare".
(La Repubblica)