Non si riconoscono nei partiti candidati alle elezioni, anche in quelli dalla più spiccata connotazione ecologista, quindi le associazioni Cai (Club Alpino Italiano), Fai, Pro Natura, Greenpeace, Legambiente, Touring Club Italiano e Wwf hanno deciso di redarre una propria agenda, indicando alla politica i punti per una riconversione ecologica del Belpaese. Il documento tratta diversi temi: biodiversità, mobilità, consumo del suolo, turismo, agroalimentare, energia (richiesta per la decarbonizzazione e la conversione totale alle rinnovabili) e benessere animale (procedere alla concreta applicazione dell’'articolo 13 del Trattato di Lisbona, che riconosce gli animali come esseri dotati di sensibilità).
I tagli alla spesa dei Parchi non sono proprio andati giù. Pertanto, tra i vari punti non mancano le richieste dirette di ripristinare quei fondi attraverso “un aumento di almeno il 30% in cinque anni delle risorse assegnate con la Legge di stabilità alla realizzazione degli investimenti ed attività di conservazione della biodiversità nelle aree naturali protette e nei siti Natura 2000” e di “escludere ulteriori tagli delle piante organiche negli Enti di gestione dei Parchi nazionali”.
Si parla anche di caccia, con la domanda di "dare adeguata e concreta applicazione alle convenzioni e direttive europee sulla conservazione della fauna selvatica" e di "garantire il rispetto delle norme per la tutela di habitat e specie, in particolare quelle che disciplinano l’attività venatoria nelle parti in cui si limita o vieta la caccia nei periodi più delicati per la fauna selvatica (migrazione, riproduzione)". In particolare, si legge ancora nel documento “garantire da parte di Stato e Regioni la rigorosa applicazione della Legge 157/92, rendendo coerenti le normative con gli obiettivi di controllo dell’attività venatoria e di contrasto del bracconaggio indicati nella “Strategia Nazionale per la Biodiversità”.