Vito Nicastri, questo il nome dell'imprenditore che in pochi anni aveva tirato su un impero nelle energie pulite da Roma in gran parte del Mezzogiorno. Non lo ha fatto da solo secondo la Direzione investigativa antimafia, che in queste ore ha eseguito una maxi confisca del suo patrimonio: 1,3 miliardi di euro, ma aiutato da uno dei più grandi latitanti di Cosa Nostra: Matteo Messina Denaro e da altri pezzi grossi della criminalità organizzata.
Il valore della confisca, ordinata dal Tribunale misure di prevenzione di Trapani, si riferisce a quello complessivo delle 43 società di capitali che nel corso degli anni Nicastri aveva fondato per gestire gli enormi affari dell'eolico e del fotovoltaico fra Sicilia, Lazio e Calabria. Sotto sequestro ci sarebbero anche 98 beni immobili tra ville, terreni e magazzini, oltre che auto, moto e barche.
Secondo le indagini, condotte dal centro operativo Dia di Palermo, tra l'organizzazione mafiosa e l'imprenditore c'era una “comunanza di interessi, una lunga attività di fiancheggiamento e di scambio di reciproci favori, una rapporto fondato sulla fiducia e sui vicendevoli vantaggi che ne possono derivare".
"Con questo provvedimento continuiamo a fare terra bruciata attorno agli esponenti di spicco della criminalità organizzata - dice il direttore della Dia, Arturo De Felice - aggredendo i patrimoni, tarpiamo le ali ai grandi latitanti. Non è un lavoro facile, ma la Dia lo fa con tanta professionalità: oggi abbiamo la soddisfazione di aver restituito allo Stato e alla collettività un patrimonio senza precedenti". "Parliamo di aziende produttive, che adesso passano allo Stato - prosegue De Felice - in questo particolare contesto economico che viviamo non è cosa da poco. Noi continuiamo a cercare i grandi patrimoni delle mafie, per individuare gli altri insospettabili prestanome dei padrini e così mettere all'angolo Matteo Messina Denaro. Oggi sarebbe stato contento il capo della polizia Antonio Manganelli, che ci ha lasciato qualche giorno fa, lui che per tutta la vita ha lottato per fronteggiare la mafia".