La ricetta per salvare l'ambiente? Cambiarsi le mutande ogni quattro giorni per risparmiare acqua. Lo ha detto l'ex Ministro all'Ambiente Corrado Clini, qualche settimana fa alla trasmissione Un Giorno da Pecora. L'ultimo sfottò è arrivato dalla Littizzetto a Che Tempo che fa domenica scorsa: "Ora tutte le volte che vediamo Clini penserò bravo, però chissà che mutande…".
“Diciamo che la media dovrebbe essere questa, altrimenti sapete quanta acqua consuma una lavatrice per un paio di mutande?”. Quanta? “Servono almeno 25 litri di acqua, uno spreco incredibile”, ha spiegato Clini a ‘Un Giorno da Pecora’. Che la rete idrica nazionale perda il 50% dell'acqua nel tragitto, perchè è letteralmente un colabrodo, lui che al ministero ci sta da qualche decennio (è infatti direttore generale dell'Ambiente dal 1989) si guarda bene dal dirlo. L'importante è chiudere il rubinetto quando ci si insapona ed evitare di lavare spesso le mutande. Per averle pulite, dice, basta lasciarle prendere aria ed avere un'accurata igiene intima, magari a secco.
Suona poi ancora più buffo che a dare queste ricette di austerità sul cambio della biancheria intima, tali e quali a quelle che molti anni fa sbandierava Fulco Pratesi, anche lui all'epoca sommerso da un coro di sberleffi, è colui che da uomo chiave dell'ambiente, non ha certo fatto i salti mortali per evitare i tanti disastri ambientali degli ultimi anni (Ilva e Bagnoli sono solo gli ultimi). Clini era anche quello che, prima di Fukushima, caldeggiava un ritorno al nucleare italiano e che si è fermamente opposto alla riduzione delle emissioni di Co2 così come imposte dal protocollo di Kyoto (lo scrive l'Espresso a settembre 2012 spiegando la sua inclinazione a sostenere gli USA sulla richiesta di una maggiore sostenibilità delle quote concesse). Nei decenni Clini ha mantenute salde le deleghe su questioni importanti come la qualità dell'aria, le emissioni degli impianti industriali, le industrie a rischio. E l'Italia da questo punto di vista certo non brilla per sostenibilità ambientale, anzi...