Lo dice l'ultimissimo studio della Fao: gli insetti sono già elemento essenziale della dieta quotidiana di 2 miliardi di persone. Aggiungete che sono loro a rappresentare la stragrande maggioranza di specie esistenti sul nostro pianeta (più della metà di tutti gli organismi viventi) e che molte di loro sono presenti in quantità spropositate o comunque facilmente allevabili (con pochissima spesa rispetto alla produzione della carne), e avrete la risposta per combattere il problema della carenza di risorse di fronte all'aumentare inesorabile della specie uomo e della conseguente richiesta di cibo.
E' proprio la Fao in questi giorni a spingere per il consumo di coleotteri, bruchi, cavallette e locuste: importanti fonti di cibo nutriente, ricco di proteine e facilmente reperibile. Certo occorre prima superare una certa avversione, tipica della cultura del mondo occidentale, verso questo tipo di alimenti, che in altre popolazioni, come quella asiatica e quella africana, sono considerati alla stregua di gamberetti e molluschi. C'è senz'altro quindi un ostacolo mentale, dovuto a un pregiudizio culturale. Ma ad oggi già 1900 specie di insetti sono entrati nella dieta degli esseri umani.
La Fao fa sul serio presentando un articolato studio, condotto in collaborazione con l'Università di Wageningen nei Paesi Bassi nel quale si elencano i vantaggi che potrebbero derivare da un aumento del consumo di insetti per l'ambiente e per le economie dei diversi paesi. Molti sono ricchi di proteine e grassi buoni, e di calcio, ferro e zinco, rivela la ricerca. Se, ad esempio, la carne bovina ha un contenuto di ferro di 6 mg per 100g di peso secco, il contenuto di ferro delle locuste oscilla tra gli 8 e i 20 mg per 100 g di peso secco, a seconda della specie e del tipo di alimento di cui si nutrono. Inoltre, assicurano dalla Fao, poiché sono a sangue freddo, gli insetti non hanno bisogno di mantenere la temperatura corporea tramite le energie tratte dal cibo. In media, gli insetti usano solo 2 kg di mangime per produrre un chilo di carne. I bovini invece, richiedono 8 kg di foraggio per produrre 1 kg di carne. Non solo, ma gli insetti producono molte meno emissioni che contaminano l'ambiente, come metano, ammoniaca, gas serra e letame. Infatti, gli insetti possono essere utilizzati per scomporre i rifiuti aiutando i processi di compostaggio che forniscono nutrienti al suolo, facendo diminuire al tempo stesso cattivi odori.
"Non stiamo dicendo che le persone dovrebbero da domani cominciare a mangiare insetti", ha dichiarato Eva Muller, direttrice della Divisione Politica economica e dei prodotti forestali della Fao, co-autrice di 'Insetti commestibili: prospettive future per la sicurezza alimentare e per il foraggio animale'. "Quello che lo studio cerca di dire è che gli insetti sono una delle risorse fornite dalle foreste ancora non sfruttate per il loro potenziale come cibo umano, e soprattutto animale", ha spiegato Muller. |